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“Un mondo a parte” il film di Riccardo Milani

di Fabio De Angelis
Tempo di lettura: 4 minuti

“Un mondo a parte” di Riccardo Milani.

Questo Blog è nato con l’intento di approfondire il ritorno alla campagna ed alla vita rurale, con tutti i vantaggi e le complicazioni che questo comporta per un cittadino medio che decidesse di farlo.

Il film di Riccardo Milani affronta proprio questo tema, assieme ad altri molto importanti e offre per queste pagine un importante spunto per numerose riflessioni.

Dal 2 settembre disponibile su Prime Video.

I temi affrontati

Il film offre molti piani di lettura che si dipanano via via: il desiderio di fuggire dal caos della città; l’incontro-scontro con la cultura e le abitudini di una comunità con dinamiche ben diverse dalla quotidianità cittadina; l’assenza di comodità acquisite come “ovvie”nelle abitazioni di città; la consapevolezza che, pur essendo insegnante, il protagonista ha molto da imparare, anche e soprattutto, dai suoi piccoli allievi; la presa di coscienza che il mondo rurale non è un paradiso bucolico fatto di serenità e scenari da sogno ma complesso e faticoso; lo scoprire che questo mondo, il mondo a parte, è ad alto rischio di scomparsa perché abbandonato non tanto dai suoi abitanti ma soprattutto dalle politiche che accentrano le attenzioni e gli interessi solo verso le grandi aree urbane dove far crescere i centri commerciali.

Un vecchio trattore, un maestro ed un ragazzo ricco di speranze.

Un vecchio trattore, un maestro ed un ragazzo ricco di speranze.

Al di la del contenuto della pellicola, interessante è anche considerare il fatto che gli autori hanno affrontato un argomento che si rivela di grande attualità, il ritorno ad un mondo contadino e attento al territorio. Il grande successo di pubblico che sta avendo il film conferma questa loro intuizione.

Perché fuggire dalla città

Il maestro elementare Michele Cortese (Antonio Albanese) è sopraffatto dai ritmi di Roma e decide di chiedere il trasferimento a Rupe, nome di fantasia di un paese nel Parco Nazionale d’Abruzzo, nella realtà si tratta di Opi in provincia dell’Aquila che attualmente conta 379 abitanti. Il suo desiderio è allontanarsi dalla città per trovare pace e ambienti diversi, immaginati come risolutive alternative allo stress del lavoro nella Capitale.

La sua scelta si rivelerà un viaggio in una realtà che non avrebbe mai immaginato.

La vita rurale non è tutta rose e fiori

Michele scoprirà che il Preside dell’istituto a cui è destinato ha tutto l’interesse che la sede di Rupe venga chiusa, la vicepreside Agnese (Virginia Raffaele) sta invece lavorando in tutti i modi per continuare il lavoro sul territorio.

Col passare dei giorni Michele si trova ad affrontare tante piccole avversità. Bellissima la scena in cui, intirizzito nella sua casa gelida viene aiutato da un suo piccolo allievo ad accendere la cucina economica per scaldarsi.

Un argomento molto interessante, di cui abbiamo parlato nell’articolo “Riabitare l’Italia: un bel progetto“, riguarda il fatto che le numerosissime realtà rurali italiane vengono trattate come luoghi turistici da godere per le poche ore passate a visitarle, magari da persone che desiderano apprezzare con superficialità i luoghi e le atmosfere, senza soffermarsi sull’importanza del vero recupero antropologico di tali spazi.

Una clip del film che puoi vedere qui di seguito chiarisce molto bene questo concetto.

Ecco, i “cittadini” vedono spesso i borghi così come lo descrive il “villico”, come un luogo dove riscattare il proprio essere urbani, dove scattare foto, mangiare cibi a chilometro zero, per un giorno, e poi tornare alla propria quotidianità.

Il senso del film

L’errore più grande che stiamo commettendo è quello di considerare i Borghi come luogo di vacanza, dove controbilanciare la follia caotica delle città e dove ritrovare, per un momento, il significato di una vita perduta, dove idealizzare il legame con la terra per poche ore tornando poi indietro, sull’autostrada, a far la fila al casello per rientrare nel nostro condominio.

Una tale visione non fa e non farà altro che far scomparire pian piano tutti questi “parchi della memoria” che devono essere invece fatti vivere, crescere, ritornare alla vita, quella vera, per essere veri.

Col taglio della commedia Riccardo Milani, Virginia Raffaele, Antonio Albanese, ed i tanti attori non professionisti ingaggiati fra le vie dei luoghi in cui è stato girato, ci fanno capire e riflettere sull’importanza di far tornare in vita (non turistica), queste realtà che sono state, e devono continuare ad essere, le fondamenta della nostra cultura e della nostra economia.

Se questo non dovesse accadere ci ritroveremo, fra non molto, con i nostri bastoni da Nordik Walking ad attraversare paesi fantasma fra gli Appennini o le Alpi per poi tornare, la sera, in macchina, fermandoci nel fast food drive in per un chicken bacon da condividere con i figli e, finalmente, ritrovarsi alla riunione di condominio per litigare sul colore della facciata.

Considerazioni e trailer del film

Dovrebbe essere visto da tutti, da coloro che anelano a trasferirsi in campagna ed anche da coloro che la campagna e la montagna la aborrono, è un forte spunto di riflessione che offre la consapevolezza di realtà a molti lontane. Il territorio italiano è abitato da un quarto della popolazione dentro territori rurali e le aree rurali coprono più di due terzi del territorio, riflettiamo su questi numeri.

Una piccola critica se mi è consentita: troppa neve!

Personalmente ringrazio Milani, Albanese e la Raffaele per averci regalato questo piccolo gioiellino. Per chi vuole una anticipazione c’è qui in trailer ufficiale:


Se vuoi dimmi il tuo pensiero su questo film, lo hai visto? Che ne pensi?

Dimmi nei commenti il tuo parere!

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