Le strade che ci portano a conoscere libri interessanti sono spesso imprevedibili.
Qualche giorno fa, scorrendo fra i post di Facebook, mi imbatto nella foto della copertina di un libro con l’immagine di una vecchia casa contadina con un grandissimo camino.
La foto e il titolo: “Ricordando come eravamo”, mi fa intuire che si tratta di un testo che parla di memorie riguardanti la vita rurale.
La lampadina della curiosità si accende, e chiedo nei commenti al post come poter acquistare il libro.
Mi risponde l’autore! Dicendomi che me lo potrà volentieri spedire, per la (ragionevolissima dico io) cifra di 12 Euro.
Lo pagherò alla ricezione.
Dico subito di si, e dopo pochi giorni, eccolo. Dentro una busta, chiusa con un fermacampioni, il libro, di un inusuale formato quadrato e con le sue 94 pagine.
Me lo sono letto tutto d’un fiato, dopo cena, fumando la pipa. Ed è stata una immersione nei ricordi della sua e della mia infanzia. Ho ritrovato, nei racconti, tante coincidenze con gli episodi delle mie vacanze da bambino. Con un po’ di stupore per la somiglianza di abitudini in luoghi così lontani in un’Italia contadina di 50 e più anni fa.
L’autore Gianclaudio Ferraroli è di Esino Lario, un Borgo lombardo di 750 abitanti della provincia di Lecco. Nel libro sono riportate 65 storie e racconti in forma di aneddoti, ognuno un frammento di un puzzle che piano piano si compone, per darci l’immagine di una filosofia di vita che rappresenta le radici, oggi troppo spesso dimenticate, della nostra storia.
Il libro.
Ci sono episodi esilaranti ed altri che offrono l’occasione di serie riflessioni. Molti mi hanno davvero colpito come: “Il fiammifero” o “Cerca di ricordarti”.
Lo stile dei racconti è semplice e diretto, quasi un diario pubblico della voce narrante, che parlando della propria vita apre spiragli su un mondo che dovremmo tutti conoscere di più. Il testo è accompagnato da foto in bianco e nero che aiutano a comporre l’immagine che Ferraroli vuole trasmetterci con il suo scritto.
Come già detto, ho provato stupore nello scoprire che piccoli gesti, abitudini, giochi potessero essere così simili a quelli che personalmente ho vissuto da bambino, nella mia casa dei nonni, lontana 700 chilometri dalla casa dell’autore.
Probabilmente l’Italia del tempo aveva molte più cose in comune di quella di oggi. La fine della civiltà contadina, decretata negli anni ’60-’70 dai cambiamenti profondi dell’agricoltura ha frammentato la grande comunità rurale, unita allora, da una antichissima storia comune. La storia moderna ha modificato il nostro modo di vedere e di vivere il mondo che ci circonda ed il rapporto con la terra.
In conclusione, posso solo suggerirti di leggerlo, soprattutto se hai avuto la fortuna di trascorrere la tua infanzia con un nonno contadino che ha parlato e giocato con te. E se non hai avuto questa fortuna sarà un modo per conoscere quei sentimenti.
Buona lettura!
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