Hai un piccolo oliveto per la produzione familiare? Produci olio in modo biologico? Ti stai avvicinando ora alla produzione dell’olio? Sei nel posto giusto per sapere come combattere in modo naturale la mosca dell’olivo.
La mosca dell’olivo o mosca olearia è il termine comune con cui si definisce la Bactrocera oleae, una antipatica frequentatrice dei nostri uliveti; possiede la pessima abitudine di deporre le uova nelle tenere drupe non appena queste hanno la dimensione di pochi millimetri.
Dal loro punto di vista le centinaia di nuovi frutti, teneri e freschi appena dopo l’impollinazione, sono un’ottima incubatrice per le proprie uova. Verso la fine di Giugno e quasi per tutto Luglio, le femmine depongono le uova dentro la polpa delle giovani drupe (un uovo per ogni drupa) che diventerà una sorta di “utero” in cui le larve cresceranno.
Una volta sviluppata, la larva scava un tunnel all’interno della polpa per poi uscirne, praticando un foro sulla superficie dell’oliva.
Il danno maggiore è quest’ultimo ma, al momento della raccolta -fra metà Ottobre e inizio Novembre- la larva è spesso ancora presente nella polpa con la conseguenza di danneggiare non poco le qualità organolettiche del prodotto finito, cioè il nostro olio.
Le condizioni ambientali
Una estate bella calda ci aiuta molto nei risultati. Temperature sopra i 32 °C provocano una mortalità delle uova e delle larve anche superiori all’80%. Temperature estive fra i 20 e i 30 °C invece favoriscono la deposizione e la riproduzione. Ohi, due gradi differenza, ci rendiamo conto?! Piccole sottigliezze della natura.
Il clima, attualmente, sembra favorire questa soluzione, le alte temperature di questo periodo fanno sperare in una scarsa presenza della mosca olearia nel prossimo raccolto ma, non è detto che tutto fili liscio.
Come ridurne i danni
Vediamo insieme un metodo, semplice e molto economico, per ridurre al minimo (eliminarli del tutto non ce la faremo mai!), gli effetti negativi di questo parassita, considerato la peggiore avversità per la produzione di olio.
Siamo adesso alla fine di Giugno, un buon momento per intervenire con metodi adatti per ridurre l’impatto di questo grosso problema.
Proprio in questo periodo dell’anno le femmine svolazzano qua e là fra i rami dei nostri amatissimi alberi e cercano, con bramosia, le tenere sferette verdi dove infilzare l’ovopositore.
Sfruttando la loro predisposizione a passeggiare, anzi a svolazzare fra i rami degli alberi d’olivo, ci possiamo industriare a posizionare, proprio fra i rami degli alberi delle trappole per catturarle.
E come dovremmo fare queste trappole?
La soluzione è semplice
Cominciamo con il mettere da parte, nei mesi precedenti, delle bottiglie di plastica, quelle dell’acqua minerale, in misura pari alla metà degli alberi del nostro uliveto. 50 alberi? 25 bottiglie. 120 alberi? 60 bottiglie, più una certa percentuale per circondare l’impianto con bottiglie su tutti gli alberi perimetrali. Consumiamo l’acqua (d’altra parte fa bene bere acqua in primavera, e non solo, fa bene sempre) e le mettiamo da parte.
Con questa bella scorta, verso la metà di Giugno, cominciamo a preparare la battaglia. Come un Rommel nel deserto, come un Napoleone a Mantova attuiamo la nostra strategia. Con un costo davvero irrisorio.
Cosa ci mettiamo nelle bottiglie?
Le bottiglie contengono un litro e mezzo, noi le dobbiamo riempire per un terzo, quindi mezzo litro di liquidi per ognuna e, quali liquidi?
Un terzo di Ammoniaca (mi raccomando, non profumata) e due terzi di Acqua, in pratica 0,33 litri di Ammoniaca e 0,66 litri di Acqua. Noi di solito prepariamo la miscela in boccioni da 5 litri. 1,66 litri di Ammoniaca e 3,33 litri di Acqua, per poi dividerle nelle bottiglie.
Si versa mezzo litro di questa miscela nella bottiglia di plastica ed a questo si aggiungono delle interiora di pesce o pezzi di alici in misura della quantità pari ad una alice intera per ogni bottiglia.
Il giallo
Ora la nostra trappola è quasi del tutto preparata. Dobbiamo aggiungere un altro elemento attrattore, qualcosa di giallo. Il colore giallo fa da calamita per gli insetti, di qualsiasi tipo, anche per la mosca dell’olivo.
Un nastro adesivo di questo colore non fa altro che incrementare l’attrazione verso le bottiglie trappola. Odore di proteine, umidità, colore giallo. Perfetta simbiosi per indurre le femmine della mosca a preferire le nostre bottiglie alle drupe in crescita.
Il forellino da 5 millimetri permette alle mosche di entrare, le ridotte dimensioni escludono però insetti più grandi, magari utili all’equilibro biologico dell’oliveto.
Quante bottiglie?
L’ideale, come abbiamo detto, è una bottiglia ogni due alberi ma, dobbiamo proteggere il nostro impianto dall’arrivo della mosca dall’esterno. Una strategia vincente è quella di posizionare una bottiglia in tutti gli alberi perimetrali e poi una bottiglia un albero si e uno no in quelle all’interno del perimetro.
Qui in calcolo lo devi fare tu. Una bottiglia ogni albero perimetrale, una bottiglia un albero si uno no all’interno.
Come preparare le bottiglie
Il nostro consiglio è quello di riempire le bottiglie con la miscela di Acqua e Ammoniaca e poi aggiungere le interiora o le alici, dopo fatto questo e dopo aver ben riavvitato il tappo, pratichiamo i fori. Praticando i fori prima si rischia che il liquido introdotto fuoriesca dai buchi.
Il sistema che abbiamo elaborato nel tempo è quello di fare i fori con un saldatore da stagno, quello che si usa di solito per saldare componenti elettrici.
Nel filmato si vede bene come fare.
Il diametro della testa del saldatore è di 5 millimetri, ottimale per far passare le mosche ed escludere insetti più grandi e magari utili. Il foro risulta così perfetto e senza sbavature.
Di fori ne facciamo quattro: due nella parte alta e due nella parte bassa, come si vede nel breve filmato qui sopra.
Infine posizioniamo del nastro adesivo giallo attorno alla bottiglia. Quest’anno ho trovato un comodo nastro adesivo, tipo quello da pacchi, in un negozio cinese per un euro e cinquanta, ci basterà almeno per tre anni.
Come le posizioniamo
Una volta preparate, leghiamo uno spago subito sotto al ringrosso che si trova sotto il tappo. Io lego lo spago e poi lo taglio lasciando una coda di circa 25 centimetri, sufficiente per legarle ai medi rami periferici delle piante.
Le mettiamo ben ritte in una scatola e, caricata la scatola in una carriola cominciamo a percorrere i filari legando le bottiglie una pianta si ed una no.
Terminato il posizionamento, lasciamo a loro lo sporco lavoro. Saranno un baluardo per la salvezza delle nostre olive, e del nostro olio!
Riepilogo
Spesa minima, bottiglie riciclate, fori da 5 millimetri, Acqua, Ammoniaca (non profumata), un pezzo di spago e quindici centimetri di nastro da pacchi giallo. Pochi centesimi per bottiglia, poco lavoro e risultato assicurato.
Di tanto in tanto puoi farti un giro nel tuo oliveto per verificare i risultati. Vedrai moltissime mosche catturate dalle trappole artigianali che hai realizzato, tutte uova in meno deposte nelle preziose drupe, e tanto olio più buono!
Spero di essere stato utile per la buona riuscita del raccolto che farai ad ottobre.
Se ti è piaciuto l’articolo, condividilo e se hai delle domande non esitare a scrivermi nei commenti, sarò ben felice di risponderti.
Buon lavoro!