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Oliveto: gli interventi di Settembre e Ottobre.

Tutto quello che c'è da fare in questi mesi.

di Fabio De Angelis
panoramica oliveto
Tempo di lettura: 8 minuti

Se hai scelto di vivere in campagna e hai qualche pianta di olivo da curare, questi sono i lavori da fare a Settembre e Ottobre nell’oliveto.

Nei mesi di Settembre e Ottobre la maggioranza delle varietà di olivo, sia da tavola che da olio, si trovano nella fase di accrescimento del frutto. Al Sud Italia siamo già nella fase di invaiatura (cioè il cambiamento di colore da verde a bruno). La differenza fra Nord e Sud è di circa un mese. Troveremo quindi le olive già imbrunite nelle regioni del Sud mentre al Nord dovremo attendere circa 30 giorni.

Gli interventi in questi due mesi sono sostanzialmente due: assicurare disponibilità di acqua se la stagione è povera di piogge; iniziare la raccolta delle varietà da tavola e le precoci (come il Leccino) da olio.

Olive su ramo

Un ramo di olive mature.

Irrigazione.

Per le olive da tavola è importante un buon apporto di acqua, necessario per raggiungere una buona dimensione del frutto, fondamentale per il giusto aspetto e per la qualità della polpa.

Riguardo le olive da olio, una scarsa disponibilità di acqua in questo periodo compromette la capacità nutrizionale delle piante che può ridurre l’accumulo di olio nei frutti.

Se hai disponibilità di acqua per l’irrigazione fanne un buon uso. Non concentrare l’acqua alla base delle piante, anzi distribuiscila più lontana, nell’area coperta dalla chioma. È lì che sono più diffuse le piccole propaggini delle radici che hanno la massima capacità di sfruttare l’acqua di superficie.

In mancanza di acqua di irrigazione puoi intervenire in due modi: con lavorazioni leggere elimina la crosta superficiale del terreno con una motozappa o con una fresa, facendo attenzione a non andare in profondità; Meglio ancora, intervieni con frequenti passaggi di trinciatura dell’erba, in questo modo riduci i consumi di acqua e nutrienti da parte delle erbe e riesci a creare una sorta di pacciamatura che mantiene la giusta umidità del terreno.

Raccolta delle olive da tavola.

Le varietà destinate al trattamento di addolcimento per essere poi consumate come aperitivi o contorni vanno raccolte già a Settembre. Le classiche varietà sono: la Ascolana Tenera, la Santa Caterina, la Nocellara del Belice, l’Oliva di Cerignola, la Sant’Agostino.

Queste varietà devono essere raccolte quando la buccia passa dal colore verde intenso ad un verde pallido quasi giallastro, con la polpa ancora molto consistente.

Se la raccolta avviene più tardi avrai le classiche olive nere da tavola. Con una polpa più morbida ma ancora consistente.

Le olive verdi, o scure che siano, devono avere dei precisi requisiti. Devono essere di grosse dimensioni e perfettamente integre.

Per ottenere questo devi osservare alcuni accorgimenti: devono essere raccolte a mano e chi le raccoglie deve indossare guanti, ottimi quelli leggeri di cotone; i contenitori devono avere pareti lisce e rigide come, ad esempio, dei secchi di plastica; i secchi devono essere svuotati spesso affinché in peso non schiacci quelle sul fondo. La raccolta deve essere effettuata con cura, per evitare che le olive non subiscano il minimo danno.

Raccolta delle olive da olio.

Per ottenere un olio di alta qualità, ricco di polifenoli e di sapore, è bene raccogliere le olive nel periodo della invaiatura, cioè quella fase in cui il colore della buccia passa dal verde al violaceo, tipico per ogni varietà prima della maturazione completa.

Un tempo, e molti lo fanno ancora oggi, si attendeva la completa maturazione del frutto per ottenere una resa maggiore, ma questo va a discapito della qualità del prodotto finale che, è si maggiore, ma di minore qualità e con minori nutrienti. Insomma, meglio poco ma buono!

Se vuoi ottenere un olio di qualità devi rispettare poche e semplici regole: eseguire la raccolta in tempi brevi ed in modo razionale, il tempo fra la raccolta e la frangitura non deve superare i tre giorni. Per far questo devi preparare con cura e nei giusti tempi tutti gli strumenti necessari.

Olive nei teli di raccolta.

Olive nei teli di raccolta.

La raccolta a mano è teoricamente la migliore ma richiede tempi lunghi e manodopera numerosa, tipica di un tempo in cui le famiglie composte da un gran numero di elementi operavano sul territorio rurale. Si raccoglievano le olive a mano facendole cadere in una cesta appesa al collo, salendo su scale a volte molto alte. Si “mungevano” o “brucavano” i rami con le dita, conservando l’integrità dei frutti ma i tempi di raccolta erano lunghi, contrastati solo dal gran numero di raccoglitori.

Oggi spesso non è così e vediamo allora come ottenere risultati simili senza ricorrere alla adunata di parenti e amici.

Il sistema migliore è quello di stendere degli appositi teli sotto le piante ed utilizzare dei mezzi che agevolano la raccolta facendo cadere le olive sui teli stessi.

Se le tue piante sono poche, 20, 30, 50 olivi, puoi utilizzare teli di dimensioni pari alla chioma degli alberi e dei rastrelli per la raccolta, anche montati su lunghe pertiche per raggiungere le parti più alte “pettinando” i rami e facendo cadere le olive sui teli, che poi raccoglierai ammassandole insieme sollevando i teli.

Con un numero maggiore di piante, fino a 100, 150, comincia ad essere conveniente l’uso di agevolatori elettrici o ad aria compressa che scuotono i rami. In questo caso i teli dovranno essere di dimensioni maggiori perché queste macchinette lanciano le olive anche a 2, 4 metri dagli alberi.

L’esperienza personale.

Quando acquistammo la casa dove viviamo, con il suo oliveto di 120 piante, trovammo gli alberi di notevole altezza. Le loro dimensioni erano tali che risultava obbligatorio utilizzare scale per arrivare, anche con gli scuotitori elettrici, alla sommità. Negli anni abbiamo potato gli alberi formandoli in modo che l’uso delle scale non è più necessario. Guadagnandoci in tempo di raccolta e in sicurezza, senza perdere in quantità e qualità.

Questo è il mio personale consiglio. Dai forma agli alberi in modo che la raccolta sia facilitata restando con i piedi ben piantati a terra.

Dai teli alle cassette.

Dai teli alle cassette.

Torniamo alla raccolta.

Prima di iniziare è necessario assicurarsi che tutte le attrezzature necessarie siano efficienti. Nel caso dovrai utilizzare scale, assicurati che siano in perfette condizioni, questo è molto importante per la sicurezza, tua e di chi eventualmente ti aiuta.

I teli per la raccolta non devono avere buchi o strappi, stai certo che le olive raccolte prenderanno sicuramente la strada anche attraverso il più piccolo strappo, facendotene perdere un gran numero. Dovranno essere sufficienti a coprire il terreno per una superficie proporzionata all’area di lavoro. Se utilizzi mezzi manuali, come i rastrellini, l’area coperta dai teli potrà superare di poco l’area coperta dalla chioma delle piante. Se utilizzi agevolatori meccanici i teli dovranno coprire un’area più ampia; come già detto questi strumenti lanciano le olive ad una certa distanza.

La superficie del terreno sotto gli olivi deve avere l’erba ben tagliata e deve essere libera da ogni ostacolo, per rendere facile lo stendimento e lo spostamento dei teli.

I recipienti dove verranno raccolte le olive per essere poi portate al frantoio devono essere in numero sufficiente e adatti alla conservazione. Le migliori sono le cassette in plastica con pareti e fondo forati che assicurano un buon passaggio d’aria, l’umidità non deve ristagnare.

Una cassetta riempita correttamente.

Una cassetta riempita correttamente.

Devi prevedere anche possibili interruzioni del lavoro dovute a pioggia o maltempo. In questo caso dovrai immagazzinare le cassette con le olive in un posto riparato e ben ventilato per evitare che quelle raccolte possano guastarsi, compromettendo la qualità finale dell’olio.

Interventi sulle piante.

Durante l’estate e prima della raccolta è bene eliminare i succhioni che crescono lungo i rami più grandi, tolgono nutrimento e forza ai rami, sottraendo energie per il buon sviluppo dei frutti. Tieni presente che comunque un succhione può essere utile per sostituire una branca quando è necessario rinnovarla.

I rami ancora giovani, prima che diventano rigidi, devono essere inclinati in modo da favorire la crescita di una chioma equilibrata, formata in modo che la luce del sole possa raggiungere uniformemente tutte le parti della chioma stessa, che dovrà essere espansa e non molto alta per rendere economiche e più sicure le operazioni di potatura e raccolta.

Problemi fitosanitari.

La mosca dell’olivo.

Settembre e Ottobre sono i mesi in cui la mosca dell’olivo è più dannosa sulle olive da tavola e da olio.

La mosca dell’olivo è un insetto presente in tutte le zone dove si coltiva questa pianta. La sua attività inizia a Luglio quando comincia a deporre le uova nelle drupe che si stanno appena formando. La femmina inizia a deporre le uova inserendole all’interno del frutto, un solo esemplare arriva deporre fino a 300 uova.

Di solito uno per ogni drupa ma in caso di forti infestazioni si possono vedere fino a 45 per frutto.

Dopo pochi giorni la piccola larva inizia a nutrirsi della polpa, al termine dello sviluppo si trasforma in pupa. Dalla pupa nasce l’adulto che esce dalla oliva perforando la buccia e ricomincia il ciclo vitale dell’insetto. Mentre il forellino della deposizione è molto piccolo, il foro di uscita è facilmente individuabile.

L’attività della mosca è molto influenzata dalla temperatura. Temperature inferiori a 10 °C e superiori a 30 °C rallentano o perfino arrestano lo sviluppo delle larve. Nelle zone collinari o comunque più fredde le infestazioni sono meno importanti.

Dove invece il clima è più caldo e umido i danni sono maggiori. Le piante sono più rigogliose ed i frutti rimangono più a lungo sulla pianta, spesso piccole quantità di olive rimangono sulla pianta e questo offre una continua disponibilità di cibo. In ambienti simili la mosca ha uno sviluppo continuo durante tutto l’anno.

I danni causati dalla larva in accrescimento sono molti: si avrà perdita della polpa e quindi minore quantità di olio; le olive colpite tenderanno a cadere precocemente; la qualità dell’olio sarà scadente; si sviluppano facilmente funghi che peggiorano la qualità finale del prodotto.

La lotta alla mosca dell’olivo.

Il modo migliore per evitare l’attacco della mosca è intervenire preventivamente. Esistono, è vero, insetticidi che agiscono sulle larve in formazione ma questi sono formulati per penetrare all’interno della polpa, compromettendo la naturalità dell’olio, se desideri ottenere un prodotto libero da agenti chimici non è questa la strada da seguire.

Nel mese di Luglio, quando le femmine volano fra le piante per deporre, puoi installare delle trappole per la cattura. Ne esistono di cromotropiche, cioè di un colore (giallo) che attrae gli insetti, questi rimangono appiccicati sulla superficie gialla spalmata di apposite colle.

Un metodo più “casalingo” è quello di preparare delle bottiglie di plastica -vanno benissimo quelle da 1,5 l dell’acqua minerale- con tre o quattro fori di circa 34 mm nella parte superiore, riempite per un quarto con una miscela di tre parti di acqua e una di ammoniaca. Nella bottiglia va poi aggiunta mezza alice fresca. Le bottiglie vanno poi chiuse con il loro tappo e legate ad un ramo dell’albero in misura di una ogni due piante. Tutto meglio spiegato nell’articolo nel blog.

La preparazione di queste trappole non è proprio piacevole ma i risultati sono molto buoni. L’odore prodotto dalla miscela e dalla alice attrae le mosche che entrano dai forellini e rimangono intrappolate all’interno della bottiglia. Sono diversi anni che le utilizziamo e, a parte una annata di particolare infestazione, ci hanno dato degli ottimi risultati.

La Cecidomia delle olive.

È un piccolo insetto predatore della mosca, si nutre delle uova e delle larve appena uscite dal frutto. Sembrerebbe un ottimo alleato se non fosse che vive in simbiosi con il fungo macrosporium dalmaticum che inocula nella polpa. Questo fungo causa delle macchie scure e depresse sulla superficie delle drupe che cadono precocemente.

Riducendo la presenza della mosca si riduce di conseguenza anche l’arrivo di questo suo predatore.

L’occhio di pavone.

Nel caso di annate dove l’estate è stata particolarmente calda e umida, esiste una forte possibilità che si presentino gli effetti del fungo Spilocaea oleaginea.

Sulle foglie si formano delle macchie circolari di colore verde o giallastro o bruno di un diametro che va dal millimetro al centimetro. Successivamente le spore si diffondono nell’aria e le macchie assumono un colore biancastro poiché le spore lasciano uno spazio vuoto fra la cuticola e i tessuti sottostanti della foglia.

Le foglie vengono indebolite ed il picciolo si assottiglia fino a non sostenere più le singole foglie che spesso cadono in grande quantità.

Il fungo non danneggia direttamente il frutto, se non in rari casi, ma la diminuzione delle foglie sui rami riduce la forza dell’intera pianta, influenzando anche la produzione di olive.

In una situazione come questa si deve intervenire con prodotti a base di rame: con poltiglia bordolese oppure con idrossido di rame o ossicloruro di rame, secondo le dosi indicate sulle confezioni.


Ecco qua, abbiamo il bimestre bello pieno di cose da fare. Noi speriamo di esserti stati utili con i suggerimenti per l’oliveto.

Se hai domande o dubbi non esitare a scrivere nei commenti, saremo felici di risponderti e di confrontarci.

E come al solito: Buon Lavoro!

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2 commenti

DANIELE GIADA 30 Aprile 2021 - 18:18

Buongiorno mi scusi vorrei dei consigli perche’vorrei acquistare un oliveto senza acqua terrazzato in Veneto in zona dop colline veronesi ad uso olio famigliare di circa 45 piante monocultivar grignano (non giovani e fino a due anni fa lavorato) da lavorare in autonomia con la mia famiglia a circa 100km dalla mia residenza Venezia(1:10 ora di auto quasi tutta autostrada)e vorrei sapere se e’fattibile e conviene considerando l’aspetto pratico ed economico in relazione alla distanza quantita’di giorni che dovrei essere presente nell’oliveto per controlli, potature, raccolte,ecc. (nelle vicinanze esistono alcuni frantoi) anche se mi costa un po’ di piu’ almeno e’fatto da me….. E quale sarebbe una cronologia annuale di
lavorazioni da fare? Grazie mille.Saluti

Rispondi
Fabio De Angelis 30 Aprile 2021 - 22:34

Buonasera Daniele,
Per prima cosa, voglio esprimere l’ammirazione verso chi sceglie di coltivare in prima persona i prodotti che consuma, in questo caso l’olio.
Fatto questo; ci tengo a premettere che non sono un agronomo, ed i miei consigli devi prenderli come dei suggerimenti che vengono da chi, inesperto, ha scelto di vivere in campagna ed ha, come bagaglio, solo il proprio vissuto personale e le informazioni, lette o ascoltate per metterle in pratica nella sua situazione specifica.
Cercherò comunque di risponderti nel modo migliore che mi è permesso, soprattutto per l’empatia che sento verso le persone che scelgono questo percorso di avvicinamento alla terra.
45 piante sono un ottimo numero: abbastanza per avere una giusta quantità d’olio per la famiglia; non troppe, così da poter gestire con facilità. E questo mi sembra un ottimo punto di partenza!
Il fatto che non ci sia un impianto di irrigazione, non credo sia un grande problema. Le piante di olivo richiedono un apporto d’acqua, oltre le normali piogge, solo nei primi anni di vita. Nella situazione che descrivi le piante sono già ben acclimatate e con le radici che hanno raggiunto gli strati profondi, dove attingere acqua quando necessario.
La cultivar Grignano dà un olio tipico del Nord Italia, ricco di note agrumate. Molto stimato fra i buongustai. Otterrai senza dubbio un ottimo prodotto, un olio gourmet fatto in famiglia è una grande soddisfazione!
Il fatto che il terreno sia a poco più di un’ora di viaggio, non dovrebbe essere un problema. Se puoi dedicarli alcuni fine settimana durante l’anno, sarà più che sufficiente. L’impegno maggiore è la raccolta. La Grignano va raccolta presto, a seconda dell’andamento della stagione, da metà Ottobre ad inizio Novembre. E portata il più presto possibile al frantoio. In quel periodo sarebbe ottimale prendersi 10 giorni di ferie per dedicarsi esclusivamente alla raccolta ed alla frangitura.
La raccolta a mano è sicuramente più lenta, se ci si attrezza con uno scuotitore, i tempi si accorciano notevolmente (fondamentale, in ogni caso, la collaborazione di tutta la famiglia!).
A differenza della raccolta, che si concentra in pochi giorni, l’altro impegno importante è la potatura, che può essere tranquillamente dilazionato in diversi mesi. Diciamo, da Marzo ad Agosto. L’importante è non potare prima di previste gelate, che influirebbero negativamente sui tagli recenti.
Le eventuali concimazioni, da effettuare poco dopo la raccolta, si limitano allo spargimento di letame o compost fra i filari (mantenendo un tipo di coltivazione il più naturale possibile, altrimenti si possono utilizzare concimi industriali, ma si perde la genuinità del prodotto finale).
In conclusione, si può dire che il progetto sembra abbastanza fattibile, compatibilmente cogl’impegni lavorativi e familiari, che non conosco.
Per finire, un suggerimento per una buona lettura. Parla della olivicoltura sia sotto l’aspetto amatoriale che professionale ma, ci si trovano molti ottimi spunti, sia per la coltivazione in genere che per le pratiche di potatura.
https://www.amazon.it/Olivicoltura-Coltivazione-territorio-Barbara-Alfei/dp/8850654030/ref=sr_1_3?adgrpid=53355007620&dchild=1&gclid=Cj0KCQjw1a6EBhC0ARIsAOiTkrFpV2tUnK3dybLMtGD2-X1nFvP-CIDooOt9FlQKbI9Jebzi9Uir5gcaAoZHEALw_wcB&hvadid=255113877813&hvdev=c&hvlocphy=1008634&hvnetw=g&hvqmt=e&hvrand=17297331229964085820&hvtargid=kwd-396300820292&hydadcr=19757_1757041&keywords=libro+olivicoltura&qid=1619814520&sr=8-3
Mi trovi a disposizione per qualsiasi dubbio o domanda.
A presto

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