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Il nostro camino (Quarta parte)

Si va avanti!

di Fabio De Angelis
Tempo di lettura: 4 minuti

Passo per passo andiamo avanti  con la storia della costruzione del nostro caminetto. Puoi leggere tutti i passaggi, fin dall’inizio, nei tre articoli precedenti: Il nostro camino (Prima parte), Il nostro camino (Seconda parte) Il nostro camino (Terza parte).

Il nostro caminetto sta sempre più prendendo forma, si inizia ad intuire l’aspetto finale, con i muretti laterali e le finiture estetiche.

La realizzazione dei muretti laterali.

Durante la costruzione dei muretti di sostegno, la pesante lastra di ghisa deve essere sorretta nella giusta posizione con dei supporti ben ancorati al muro.

La lastra di ghisa ben ancorata al muro del caminetto durante la costruzione dei muretti.

La lastra di ghisa ben ancorata al muro durante la costruzione dei muretti.

Come si vede dalla foto seguente, abbiamo elevato i muretti laterali del caminetto in mattoni refrattari che avranno il compito di riflettere il calore verso la stanza e disposto i mattoni fatti a mano che, oltre a sorreggere l’architrave di sostegno della cappa, rifiniscono con stile rustico la bocca del camino.

Muretti laterali e finitura in mattoni fatti a mano

Muretti laterali e finitura in mattoni fatti a mano

Si vede dalla foto che abbiamo tolto i sostegni che ancoravano la lastra di ghisa al muro, ormai saldamente sostenuta dalla struttura in mattoni.

Ci tengo a sottolineare che i mattoni refrattari vanno legati con cemento refrattario e che i mattoni devono tenuti immersi in acqua per almeno un’ora prima di essere messi in opera. Questo accorgimento è importante, affinché l’acqua contenuta nel cemento non venga assorbita dai mattoni.

Se questo dovesse succedere il cemento si asciugherebbe troppo rapidamente e non si consoliderebbe come necessario.

Un cemento che si asciuga troppo rapidamente, perché l’acqua gli viene sottratta dai mattoni che fanno da spugna, non avrà una giusta resistenza nel tempo ed in breve si formerebbero crepe fra i mattoni rendendo più debole la struttura.

Il piano anti-ritorno fumi.

Sulla lastra di ghisa, ormai ben stabile, perché poggiata sui muretti laterali, abbiamo posizionato una tavellina che fungerà da piano anti-ritorno fumi.

Il piano anti-ritorno fumi.

Il piano anti-ritorno fumi.

Questo elemento è di primaria importanza per il tiraggio del caminetto. Ha due scopi importanti:

  • bloccare l’aria fredda discendente dalla canna fumaria
  • creare la base della camera fumi

Come si vede dalla foto, la tavellina ha una pendenza di 4 o 5 centimetri verso la parete di fondo, questo facilita il blocco dell’aria fredda discendente e favorisce la risalita dell’aria calda. Se fosse in piano o avesse una inclinazione opposta, creerebbe turbolenze che impediscono la risalita dei fumi, ricacciandoli nella stanza. Nel libro “Il caminetto” di Giulio e Gabriele Bagnolini trovate tutte le indicazioni puntuali sul posizionamento.

Notare anche lo spazio che si viene a creare dietro la lastra di ghisa. Lì passerà l’aria proveniente dalla presa sul fondo della struttura che si scalderà a contatto della lastra.

Posizionando una tavola di legno, tenuta ben ferma con dei morsetti, abbiamo stuccato, con cemento refrattario, la linea di giunzione fra tavellina e lastra di ghisa.

Stuccatura del piano anti-ritorno fumi.

Stuccatura del piano anti-ritorno fumi.

La tenuta deve essere perfetta in quanto non devono esserci passaggi d’aria, anche minimi, fra la camera di fuoco e l’intercapedine, dove l’aria che passa deve restare pulita. É importante quindi bagnare bene le parti affinché il cemento leghi bene con i materiali.

Consiglio di stuccare bene, sempre con cemento refrattario, anche l’angolo interno fra tavellina e lastra, per migliorare la tenuta all’aria.

la trave di sostegno della cappa.

la trave di sostegno della cappa.

Nella foto sopra si vede bene la trave di sostegno della cappa, l’abbiamo realizzata utilizzando un tavellone, tagliato per la lunghezza con il frullino, e poi armato con due ferri.

Si tratta di un semplice metodo per realizzare piccoli e resistenti travetti. Si inseriscono uno o due tondini di ferro ad aderenza migliorata lungo tutta la lunghezza e poi si riempie la parte cava con malta cementizia. In questo caso si può utilizzare anche del normale cemento non refrattario.

Una volta terminata la sigillatura fra tavellina e lastra di ghisa, abbiamo iniziato a posizionare i tavelloni che formano la cappa di aspirazione.

I tavelloni che iniziano a formare la cappa.

I tavelloni che iniziano a formare la cappa.

É importante notare la stuccatura fra tavellina e lastra di ghisa, che è stata lavorata con molta cura con una spugna sul cemento refrattario in modo da arrotondare perfettamente il bordo.

Questo accorgimento è importante per ottimizzare il tiraggio dei fumi, i quali devono trovare le pareti di scorrimento le più liscie possibile, senza ostacoli e imperfezioni.

I tavelloni che formeranno la cappa vanno tagliati con un frullino, nelle forme e dimensioni necessarie a formare la giusta struttura.

Visto di profilo si nota meglio il taglio inclinato effettuato sui tavelloni.

Il taglio obliquo sui tavelloni.

Il taglio obliquo sui tavelloni.

Proseguiamo con la realizzazione della cappa. I tavelloni sono tagliati secondo la forma necessaria. É stata posizionata anche la trave vista prima che sorreggerà la parete anteriore della cappa, la trave è stata preventivamente stuccata con il gesso.

La presenza del gesso come ultima finitura è importante, lo vedremo anche più avanti.

Un mastro mi disse una volta: cemento dove c’è l’acqua, gesso dove c’è il fuoco.

A breve vedremo il caminetto finito. Continua a seguirci in questa avventura. Le sorprese saranno tante.


Buon lavoro!

Inserisci nei commenti le tue osservazioni e domande.

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8 commenti

Alessandro 28 Gennaio 2020 - 20:46

Voglio farti dei sinceri complimenti per la eccellentissima ( e rara ) realizzazione del caminetto.
Si riconoscono di primo acchitto le indicazioni del famoso Bagnolini che tu hai eseguito con mirabile perfezione e meticolosità.
Bravissimo !

Rispondi
Fabio De Angelis 28 Gennaio 2020 - 22:13

Ti ringrazio Alessandro. Il piacere più grande è aver realizzato un buon camino, ma anche questi complimenti non sono da meno. 🙂

Rispondi
antonino 2 Febbraio 2021 - 17:43

Salve prima di tutto complimenti per l’ ottima spiegazione, volevo porle una domanda la trave di sostegno della cappa ovvero quella frontale dove vengono inseriti i due ferri e poi cementata quanto è larga e alta di spessore? grazie per l informazione buona serata

Rispondi
Fabio De Angelis 6 Febbraio 2021 - 15:43

Buongiorno,
La sezione della trave è di 11×6. Tieni conto che, nel caso del nostro camino, si tratta di una nervatura di un tavellone e quindi le misure sono determinate da questo. Se realizzerai la trave con una piccola cassaforma puoi fare delle misure anche minori. Per una luce di 1 metro la trave può avere una sezione anche di 9×5, naturalmente sempre armata da ferri.
Grazie e sono contento di essere stato utile.
Buon lavoro.
Fabio

Rispondi
mirco 10 Ottobre 2021 - 12:19

buongiorno , i mattoni fatti a mano che formano le due colonne laterali , vanno sempre legati con malta refrattaria giusto?

Rispondi
Fabio De Angelis 10 Ottobre 2021 - 18:02

Buonasera Mirco,
I mattoni ai lati li ho legati con normale malta cementizia e poi rifinite le fughe con con una malta tipo “stucco antico”, questo per farli risultare più “d’epoca” esteticamente.
Le due colonne laterali sono abbastanza lontane dalla fiamma, non è necessario il cemento refrattario.
Quando vuoi, manda foto della tua realizzazione.
Buon lavoro!
Fabio

Rispondi
STEFANO 2 Novembre 2021 - 15:21

Buonasera e complimenti per la realizzazione, ho un dubbio sulle prese d’aria.
Dalle foto si evince che partono dalla base del camino sotto il focolare e salgono rimanendo esterne ad esso fino alla lastra in ghisa, che dovrebbe rimanere al di sopra di circa 15-20 cm, lastra di ghisa che viene chiusa a liscio dalla tavellina e dai mattoni refrattari, messa la trave si posizionano i tavelloni della cappa a salire… ma le aperture delle prese d’aria che fine fanno, restano isolate dalla cappa e hanno solo lo scopo di riscaldare l’aria che voi viene rimessa in circolo nella stanza? o hanno un effetto sul tiraggio della canna fumaria? Grazie

Rispondi
Fabio De Angelis 4 Novembre 2021 - 21:25

Buonasera Stefano,
L’aria che proviene dall’esterno e che poi viene fatta passare dietro la lastra di ghisa, rimane sempre isolata rispetto a quella della camera di fuoco. Il camino è poi ricoperto da un rivestimento in cartongesso, entro il quale circola l’aria proveniente dall’esterno e che poi viene immessa nella stanza attraverso due “finestrelle” aperte nel rivestimento stesso.
Se consideriamo il camino senza il rivestimento in cartongesso, vedremmo le due prese d’aria, anzi, la presa d’aria divisa in due canalizzazioni, aprirsi libera verso l’ambiente della stanza.
Il rivestimento fa si che l’aria sia “costretta” a passare dietro la lastra di ghisa per poi immettersi nella stanza.
La funzione di quest’aria è duplice: le sezioni; della presa d’aria verso l’esterno; delle due canalizzazioni triangolari; delle finestrelle d’ingresso nella stanza, sono calcolate per far immettere nella stanza l’aria sufficiente al corretto tiraggio. Inoltre, quest’aria, riscaldata dal passaggio dietro la lastra di ghisa, contribuisce al riscaldamento della stanza.
Da rilevamenti fatti, con una temperatura esterna di 7 °C l’aria in ingresso dalle finestrelle arriva a 20 °C dopo circa 20 minuti dalla accensione del camino.
Ti ringrazio per il commento e sono a completa disposizione per qualsiasi altro chiarimento.
A presto
Fabio

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