L’impollinazione dell’olivo durante la fioritura non necessita di api, ma proprio per questo è molto dipendente dal clima
L’olivo è una specie anemofila, ciò significa che il suo polline non viene trasportato dalle api o da altri insetti impollinatori, viene invece trasportato dal vento (ànemos=vento). Quando i petali dei fiori si aprono e mostrano le Antere di un bel giallo brillante, quello è il momento in cui i pollini iniziano ad essere dispersi nell’aria. Alla impollinazione non contribuiscono le api.
Come si forma il fiore dell’olivo
La formazione del fiore avviene in due fasi ben distinte, chiamate “Induzione” e “Differenziazione” che si svolgono nell’arco di due anni. Durante il mese di Luglio dell’anno I si formano delle gemme che subiranno il processo di Induzione fino al Febbraio dell’anno II. Da Marzo ad Aprile dell’anno II avviene il processo di Differenziazione che porterà alla formazione della Mignola, il piccolo grappolo dei boccioli, che spicca evidente sui rametti nel mese di Giugno.
Negli 8 mesi che vanno dal Luglio dell’anno I al Febbraio dell’anno II le piante decidono se trasformare le gemme in fiori o in foglie. Questo dipende dalla condizione nutritiva, in particolare dalla presenza di Azoto.
Con una giusta presenza di Azoto, molte gemme diventeranno fiori, in caso di scarsità di Azoto la pianta preferirà trasformare le gemme in foglie.
La fioritura
Il periodo della fioritura inizia ad Aprile e dura per tutto Maggio, questo a seconda dell’area climatica in cui ci si trova. Più presto in aree calde, più tardi con climi più freddi. A prescindere dal periodo, la fioritura dura comunque dai 6 giorni ad un massimo di 15 in caso di climi freddi. In questo breve arco di tempo deve avvenite l’impollinazione.
Se il clima di queste giornate è con la giusta umidità e con lievi brezze, l’impollinazione avviene nel modo ottimale.
Nel caso di clima troppo asciutto, il polline e gli organi riceventi non avranno la giusta umidità per aderire in modo corretto. Se invece dovesse piovere, il polline diventerebbe pesante ed impossibilitato a viaggiare fra un albero e l’altro. Vento scarso o assente non farebbe spostare il polline nel raggio d’azione necessario. Troppo vento porterebbe invece il polline troppo lontano.
Capiamo così, quanto delicato sia questo momento nel processo di produzione delle olive e poi dell’olio.
Come facilitare l’impollinazione
Attualmente si utilizzano mezzi altamente tecnologici, anche l’uso dei droni è entrato nella normale routine di molti coltivatori. Droni caricati con polline vengono fatti volare fra i filari per liberare il materiale fecondante, nel caso in cui il clima non fosse favorevole.
Metodi più antichi ci insegnano che si possono tagliare dei rami, ricchi di infiorescenze, e camminare fra i filari scuotendo questi rami, liberando polline che facilmente raggiunge i fiori che lo accolgono.
Nel caso di condizioni avverse si può ricorrere a questo metodo. In giornate adatte, senza pioggia e senza eccessivo vento, basta tagliare dei rami con infiorescenze ricche di polline e poi percorrere i filari scuotendole vicino alle infiorescenze sugli alberi.
Un piccolo aiuto alla natura che può migliorare di molto la resa finale della produzione.
Quando agire
Naturalmente, quest’ultimo metodo può essere utilizzato in oliveti di piccole dimensioni, di carattere familiare. Possiamo dire che in un oliveto di 200 piante, nell’arco di una mattinata si può eseguire tutto il lavoro di impollinazione “forzata” con questo sistema di scuotimento di rami tagliati fra i filari.
Abbiamo visto che il periodo utile per l’impollinazione ha una durata di pochi giorni, bisogna scegliere con cura il momento giusto in cui agire. Il momento di massima produzione del polline lo si riconosce dalla forte presenza di polvere gialla (il polline) sulle Antere dei piccoli fiori.
Quando la situazione è ottimale, tagliamo qualche ramo, 5 o 6, da una pianta rigogliosa e camminiamo fra i filari scuotendo i rami tagliati fra i filari. Dopo aver fatto questo per una decina di piante, tagliamo nuovi rami e continuiamo l’operazione.
Per esperienza personale, e quindi non certo di valore scientifico, posso dire che questa pratica ha migliorato la resa in numero delle olive prodotte, migliorando i risultati anche in annate dove le condizioni atmosferiche risultavano ottimali.
Se sei un coltivatore amatoriale di olive, sono sicuro che adotterai questo sistema nei prossimi anni.
Se hai trovato utile l’articolo, condividilo con chi, come te, apprezza i metodi naturali per ottimizzare le nostre piccole produzioni di olio.
Buon lavoro!
4 commenti
Complimenti Fabio bell’articolo. Ti seguo sempre.
Alberto
Buonasera Alberto,
Cosa dire? Grazie! Spero solo di essere sempre utile.
A presto!
Avrei una domanda da fare sugli olivi, é vero che l’olivo prima di un temporale o l’arrivo della pioggia, Gira le foglie dal lato più chiaro, per predisporsi ad assorbire l’acqua di cui a bisogno??
Buonasera Gian Paolo,
Non sapevo di questa affermazione e devo dire mi ha lasciato perplesso. Poi ci ho riflettuto su e credo di aver capito da dove deriva questa, diciamo, leggenda.
Prima di un temporale, prima dell’arrivo della pioggia i venti si muovono furiosi per lo scontro fra masse fredde e masse calde dell’aria.
Questi venti, precursori delle piogge, tirano forti e volgono le foglie degli alberi, tutti, anche gli olivi così che qualcuno, anzi, tanti hanno visto mostrare il lato chiaro delle foglie prima di un temporale e forse hanno pensato che lo facevano per offrire la parte abassiale (la più chiara nel caso dell’olivo) verso le gocce di pioggia di imminente arrivo.
Non si tratta di un comportamento dell’albero per assorbire più acqua ma, di un evento semplice e naturale determinato dal vento prima dei temporali. Poi, che risulti benefico per le piante magari è pure vero, o forse no. Semplici eventi naturali che comunque hanno il loro senso.
Grazie per lo spunto di riflessione e, a presto.
Fabio.