Possiede fogge estetiche diverse, smaltata, in ghisa, di maiolica, rustica, elegante e raffinata; ma una sola funzione, anzi tante.
La cucina economica.
La cucina economica è stata il cuore della cucina rurale dalla metà dell’800 fino agli anni ‘60 del passato secolo. Ma dovremmo riscoprirla e rivalutarla per la sua straordinaria efficienza energetica ed il grande risparmio.
Non parliamo in questo caso della “cucina economica” di Csaba della Zorza e del suo libro sulle sue ultime ricette, economiche in termini monetari.
È lo strumento ideale per sfruttare al meglio il calore che ti offre la legna bruciata nel suo cuore di ghisa o di mattoni refrattari, con un potere calorico senza pari.
La cucina economica è una straordinaria conquista tecnica -rispetto al caro tradizionale camino– che risale alla seconda metà dell’800. Sappiamo che un camino disperde moltissimo del calore prodotto dalla legna, in un camino ce ne godiamo solo il 10-15%, il resto se ne va nella canna fumaria. Una stufa fa meglio, riesce a portarci in casa il 60% del calore del fuoco.
Una cucina economica, chiamata nel nord Italia “Putagè”, fa molto di più.
Putagè, nel nord, sta per “fornello da cucina”. Deriva dal francese “Potager” che si traduce in “Orto”, un forte legame quindi con la cucina contadina e le zuppe di verdure. In Friuli, la cucina economica, di solito realizzata in muratura, viene definita Spolert (o Spôlert o anche Spolèrt).
In quanto a calore prodotto è assimilabile ad una stufa, con il suo 60% di rendimento, ma ci permette di vivere l’ambiente in cui è posizionata in modo molto più efficiente.
Un discorso a parte meritano le termocucine, di cui parleremo più avanti.
A questo proposito, c’è una importante distinzione da fare: le termocucine sono considerate strumenti per il riscaldamento, omologate secondo la norma En 13240. Per questo sottostanno alle regole relative a tali impianti (verifiche annuali, installazione certificata, accensione limitata al periodo invernale, iscrizione al catasto termico, ecc.).
Le cucine economiche invece vengono considerate, a livello legislativo, strumenti per la cottura di cibi, pertanto non sottostanno alle suddette regole. Sono omologate secondo la En 12815. Non necessitano della certificazione di installazione, possono essere accese h24 per 365 giorni l’anno, non sono vincolate alla verifica annuale.
In entrambi i casi però, la canna fumaria deve essere certificata, rientrando nella normativa dell’evacuazione fumi.
Come funziona
Ci si deve prendere dimestichezza, non è uno strumento facilissimo, tipo caldaia a gas: accendi, spegni, termostato, timer, no! Ci si deve dialogare, capirla, venirgli incontro, è una di famiglia, con tutti i pregi e i difetti di una di famiglia.
Caricandola bene la sera, mantenendo lo sportellino dell’aria semichiuso, alla mattina trovi un bel letto di braci su cui poter facilmente riaccendere la fiamma viva da mantenere poi durante il giorno. Questo assicura un riscaldamento costante ed il piano di cottura sempre pronto.
La struttura classica la puoi vedere nella foto della vecchia pubblicità. I tre sportelli in fila sulla sinistra sono, dall’alto: lo sportello del focolare, dove inserire i piccoli ciocchi di legna. Sotto c’è lo sportello di regolazione dell’aria che consente di aumentare o diminuire la velocità di combustione; l’ultimo sportellino contiene il cassetto dove si raccoglie la cenere.
Sulla destra, lo sportello del piccolo forno e sotto lo scaldavivande, utilizzato per tenere al caldo i cibi ed a volte per asciugare i ciocchi di legna da inserire nel braciere.
Il piano di ghisa, che libera moltissimo calore, serve alla cottura.
Ci sono, in questo piano di ghisa, una, due o a volte tre aperture circolari, dei fornelli, chiusi da una serie di anelli concentrici che servono, togliendoli, a mettere in contatto diretto la fiamma con le pentole o le padelle per la cottura.
Il più grande direttamente sulla camera del fuoco, i più piccoli per cotture più lente.
Le aperture sono regolabili. Togliendo uno o più anelli si può adattare la pentola o la padella rispetto all’alloggiamento. Chiudendoli del tutto si ottiene un calore meno diretto, ma non meno efficace, ottimo per la cottura con pentole di coccio.
Per togliere o riposizionare i cerchi di ghisa, ogni cucina economica è equipaggiata di un ferro dalla strana foggia. Una estremità è a semplice gancio, per appenderla sul tubolare che circonda il piano di ghisa, l’altra estremità è foggiata per essere infilata nel foro centrale dell’anello centrale dei fornelli e comunque comoda per rimuovere gli altri anelli senza rischiare di scottarsi. Dal lato dell’impugnatura si trova una molla che serve a disperdere il calore e non scaldare troppo l’estremità che si impugna.
Intorno al piano di ghisa gira un tubolare, in genere di ottone cromato. Serve come sicurezza e come aggancio per gli accessori o come sostegno agli strofinacci da asciugare.
Non sempre, sul piano di ghisa è inserito un serbatoio che contiene dell’acqua. Nella foto della antica pubblicità lo puoi vedere, è quella specie di pentola rettangolare con il manico. L’acqua lì dentro è costantemente riscaldata. Utile per essere aggiunta alle cotture o per riempire borse di acqua calda per la notte.
Un accessorio, spesso presente in passato, è una raggiera di “stecche” di metallo fissate intorno al tubo dei fumi. Serve per appendere piccoli indumenti da asciugare o riscaldare. Prima di andare a dormire, i pigiami dei bambini venivano appesi su queste stecche per farglieli trovare ben caldi.
Ricapitoliamo.
A voler essere didascalici, possiamo riassumere i piccoli grandi vantaggi della cucina economica in questi punti:
- Il piano di Cottura: il fuoco resta sempre acceso per far bollire l’acqua o cuocere qualcosa: la carne; oppure abbrustolire il pane; cuocere lentamente sughi o zuppe; tenere in caldo i cibi.
- Riscaldamento: usando diversi combustibili (legna, carbone) ti scalda in modo omogeneo e continuo la cucina che è il vero cuore della casa. I tubi dei fumi attraversano la cucina ed eventualmente le camere da letto.
- Bollitore: il serbatoio inserito all’interno della stufa, fornisce acqua calda per tutta la famiglia.
- Umidificatore: l’evaporazione delle pentole in cottura, fornisce all’ambiente un giusto grado di umidità; abbatte la polvere e facilita la respirazione, specie nei periodi invernali.
- Asciugatoio: la raggiera di bacchette di metallo, opportunamente fissate intorno al tubo del fumo, diventa un utile stenditoio per la piccola biancheria. Quando non servono si possono rinchiudere. Il corrimano di ottone che protegge il piano cottura è uno stenditoio per canovacci e asciugamani.
- Forno: per cuocere lasagne, arrosti, torte, biscotti e tutto quello che è possibile cuocere in forno.
- Scaldavivande: l’apertura sotto al forno ha una temperatura più bassa e serve a tenere in caldo le vivande o per asciugare scarpe e pantofole, oppure per asciugare la legna da utilizzare.
- Inceneritore: nella casa di campagna si produce poca immondizia. I rifiuti organici vengono buttati nel compostaggio, magari insieme alla cenere e la caligine della pulizia dei tubi e diventano concime; tutto quello che è bruciabile, senza inquinare, è buttato nel fuoco. Mi raccomando: mai plastica, cicche di sigarette, pezzi di legno con vernici, insomma mai tutto quello che non è legna!
- Barometro: Si dice, che il fumo caccia e scioglie la nebbia e quando la stufa tira male e il fumo entra in casa, è segno che la pressione è bassa e si prevedono piogge o bufere. In fondo fa anche da strumento per previsioni metereologiche.
Il riscaldamento.
Il riscaldamento che si può ottenere da una cucina economica è eccellente. Solo chi l’ha sperimentata può capire la sua straordinaria efficienza. Noi non l’abbiamo qui in casa ma la sperimentiamo spesso in una vecchia casa di famiglia, fra le montagne, a 1000 m di altitudine. È una Zoppas degli anni ’50. Quando arriviamo la casa è gelata, basta accenderla e dopo meno di un’ora gli ambienti sono decisamente confortevoli. Per averla quindi si può cercare anche una cucina economica a legna usata. Non vi deluderà mai!
Le potenze in gioco possono variare da 6 kw (5.000 kcal/h) a 30 kw (26.000 kcal/h).
Per sapere quale è la cucina economica (ma vale anche per le stufe) più adatta al tuo ambiente, puoi fare un semplice calcolo:
(superficie x h) x coefficiente termico = Kcal necessarie
Il primo elemento del calcolo è il volume dell’ambiente, che può essere la sola cucina o tutto l’appartamento. Basterà moltiplicare la superficie per l’altezza fino al soffitto. Il coefficiente termico è invece un valore che va da 30 a 40 Kcal/mq. Per un ambiente ben isolato ed in una zona con clima mite utilizzeremo 30, per una casa in montagna non bene isolata, utilizzeremo 40.
Facciamo un esempio: prendiamo un ambiente di 90 mq con una altezza di 3 m in una zona climatica media (collina in cento Italia) non particolarmente coibentata.
(90 mq x 3 m) x 35 Kcal/mq = Kcal 9.450
In questo caso andrà benissimo una cucina economica da 10.000 Kcal.
Per sapere a quanti kW corrispondono, basterà calcolare:
Kcal/862 = kW
Nel nostro caso:
Kcal 9.450/862 = 10,9 kW
Nell’elenco delle caratteristiche tecniche di una cucina economica è sempre indicata la potenza in kW (chilowatt) e/o Kcal (chilocalorie). Con una ricerca presso i rivenditori puoi facilmente identificare quella tecnicamente più adatta alle tue esigenze.
Molte cucine economiche hanno la grata di sostegno del legno nella camera di fuoco regolabile in altezza. Con questo meccanismo puoi regolare la quantità di legna da caricare in modo da ottenere un riscaldamento più rapido (con poca legna più sottile) o più lento (con più pezzi di maggiori dimensioni) utile per il riscaldamento durante la notte.
L’elemento caratterizzante la cucina economica è il suo ampio piano di ghisa. Più caldo sopra la camera di fuoco e di minore temperatura nell’area verso la canna fumaria.
Su questo piano puoi cucinare in modo differenziato.
Sopra la camera di fuoco si fa bollire l’acqua per la pasta o si fa arrostire la carne; quest’ultima, o direttamente sulla piastra di ghisa o su una lastra di pietra ollare sovrapposta al piano. Comunque tutte quelle cotture che richiedono un calore più intenso.
Nella zona periferica della piastra puoi cucinare invece sughi, brodi o zuppe che risulteranno più salutari e che acquisiscono sapori migliori attraverso una cottura prolungata con una temperatura più bassa.
Un tempo, nella cucina dei contadini, si teneva una pentola con la carne e gli odori (cipolla, sedano, carota) posizionata nella zona meno calda. Durante la settimana si utilizzava il brodo per le cotture quotidiane, rabboccandola ogni volta. La domenica si mangiava la carne, ormai ben cotta!
Per conoscere quali pentole utilizzare su una cucina economica puoi consultare l’articolo dedicato a questo nel blog dove puoi trovare tutti i suggerimenti riguardo il pentolame più adatto per cucinare sul piano di ghisa della tua cucina economica.
Il forno, più o meno grande a secondo dei modelli, sempre caldo, viene sfruttato per torte, biscotti, arrosti, ecc.
Le termocucine.
La termocucina unisce i vantaggi della cucina economica al riscaldamento attraverso i termosifoni, di tutta la casa.
Attorno alla camera di fuoco, queste cucine hanno un serbatoio di acqua con un ingresso in basso ed un uscita in alto. Su alcuni modelli deve essere aggiunto il sistema di pompaggio dell’acqua nell’impianto, altri modelli comprendono invece la pompa, in questo caso sarà sufficiente collegare l’impianto ai tubi di entrata e uscita della termocucina.
Ultimamente le case di produzione realizzano moltissimi modelli con un’ampia scelta sia di potenza che di estetica.
In questo caso la potenza in kW è mediamente superiore, questo perché la superficie radiante diventa molto più ampia grazie al trasporto dell’acqua calda attraverso i termosifoni, verso tutti gli ambienti della casa.
Anche i costi sono decisamente maggiori ma il risparmio energetico che si ottiene è nettamente superiore rispetto a qualsiasi caldaia a gas o altro combustibile. Soprattutto in questo periodo!
Con apparecchiature come queste riesci a riscaldare praticamente tutta la casa con costi contenuti e con un bassissimo impatto ambientale. Il ridotto inquinamento prodotto dal fuoco di legna è ben descritto nel nostro articolo “La chimica del fuoco di legna“.
Fascino e tradizione.
Una cucina economica, riesce a dare un calore ed un senso di accoglienza alla casa intenso ed affascinante.
Avere una fonte di calore con la giusta struttura per essere sempre pronta per cucinare o per preparare una tisana o ancora per scaldare gli indumenti, i pigiami; non ha paragone con qualsiasi altra forma di riscaldamento.
Per utilizzare bene questa fonte di calore e gestire bene la voglia di cucinare, bisogna avere alcune accortezze.
Per la prima accensione dopo la stagione calda puoi procedere verificando per prima, la corretta pulizia del cassetto raccogli-cenere, del braciere e delle diverse parti. Apri completamente lo sportellino dell’ingresso dell’aria e inizia a riscaldare i tubi di scarico accendendo un po’ di carta di giornale appallottolata. Questo primo riscaldamento facilita il tiraggio iniziale dei fumi.
Aggiungi carta e legna secca in piccoli pezzi così da ottenere una fiamma viva. Chiudi lo sportellino del braciere e aspetta qualche minuto. Quando la legna sottile ha ben preso, aggiungi la legna più grossa e riduci a metà l’apertura della presa d’aria. Dopo che la camera di fuoco si è scaldata e si è formata un poco di brace puoi chiudere un po’ di più lo sportellino della presa d’aria, che regolerai poi durante il giorno, a secondo del calore necessario.
Per il riscaldamento della casa dovrai inserire legna a pezzi più grandi e tenere lo sportellino dell’aria quasi chiuso. Rallentare la combustione durante la notte ti permette di trovare abbastanza brace la mattina con cui ravvivare il fuoco per preparare il caffè e per ricominciare a scaldare gli ambienti.
Per l’utilizzo del forno le modalità sono diverse a secondo del modello. In linea generale possiamo dire che una valvola permette di deviare i fumi indirizzandoli verso la canna fumaria se il forno non ci serve; verso un percorso più lungo che gira attorno alle pareti del forno, riscaldandolo, se vogliamo utilizzarlo.
Il calore del forno va gestito regolando l’intensità della fiamma. Utilizzando legna più grossa e con lo sportellino dell’aria più chiuso, avrai un forno riscaldato meno ed in modo più regolare; ottimo per arrosti, pasta al forno, e simili. Con legna più piccola aggiunta spesso e lo sportello più aperto, il forno risulterà più caldo da usare per biscotti, torte, patate.
Conclusioni.
A margine di quanto detto, ti posso solo che consigliare di introdurre nella tua casa di campagna una cucina economica.
Le piccole scomodità derivate dal dover tenere la legna in casa, la cenere da smaltire, l’inevitabile ingiallimento delle pareti dato dalla costante presenza del fuoco; vengono abbondantemente ripagate dal calore, non solo termico, che questa stufa offre. La possibilità di cuocere cibi o abbrustolire pane in qualsiasi momento rende questa presenza quasi irrinunciabile.
Mio nonno, sulla vecchia Zoppas ci cuoceva le lumache raccolte nel bosco dopo le piogge di settembre. A me, bambino, ha sempre fatto ribrezzo. Ma a lui piacevano molto.
La cucina economica è un luogo dove ritrovare se stessi, a mio nonno piaceva quello, a me altre cose: la carne, i toast, le bruschette.
Mettila lì, in mezzo alla cucina, quella fonte di calore silenziosa e sicura. Ognuno troverà il modo migliore di utilizzarla.
Pigiami caldi, brodetto di pesce, borsa dell’acqua calda, torta di mele, bistecca, lumache (argh!), toast, bacon, l’amatriciana, il roast beef, i canovacci ad asciugare e tante, tante cose ancora da inventare intorno ad una antica, semplice, cucina economica, economica come richiedeva l’economia degli anni ’50 e come, forse, ci richiede l’economia attuale.
Spero che questo articolo ti abbia fatto venir voglia di aprire una canna fumaria nella tua casa di campagna, proprio lì dove posizionare quella cucina economica.
Se vuoi, condividi con altri questa piccola e semplice esperienza.
25 commenti
Buonasera, in famiglia possediamo una stufa economica da diversi anni apprezzandone le molte qualità tra l’altro molto ben descritte in questa pagina.
Recentemente è nata una “disputa” in famiglia.
Quando il forno non viene utilizzato per cuocere, è meglio tenere la relativa porta chiusa o lasciarla aperta in modo che anche il calore che c’è al suo interno esca e aiuti a riscaldare l’ambiente?
Oppure con la porta aperta si “raffredda” la camera di combustione?
Grazie e saluti.
Buonasera a voi.
Premesso che fa piacere sapere che in famiglia ci si confronta su queste raffinatezze nel riscaldamento della casa con una cucina economica, personalmente ritengo che non ci sia differenza, ai fini del riscaldamento casalingo, fra tenere aperta o chiusa la porta del forno. È vero che con la porta aperta la superficie radiante verso l’esterno aumenta e quindi, per semplice legge fisica, il calore irradiato nella stanza dovrebbe aumentare ma è vero anche che la quantità di calore prodotto dalla fiamma nella camera di combustione è praticamente lo stesso.
Avremo quindi, ad esempio, 100 Kcal distribuite sulla superficie di ghisa (a porta del forno chiusa) e sempre 100 Kcal distribuite dalla superficie di ghisa + la superficie dell’interno del forno (a porta del forno aperta).
Si avrà in pratica, una superficie più piccola ma più calda oppure una superficie superiore ma meno calda.
L’intensità del calore irradiato totale dipende esclusivamente dalla velocità di combustione della legna nel braciere, che dipende a sua volta dalla apertura dello sportellino di ingresso dell’aria e l’apertura della valvola di uscita dei fumi (quando presente).
Spero di esservi stato utile e se avete bisogno di altri chiarimenti sono a vostra disposizione.
Un saluto ed un augurio di bellissime serate passate vicino alla vostra cucina economica!
credo di aver visto la “cucina economica” dalla mia nascita….e la uso tutt’ora. Trovo che ila cottura con il fuoco a legna, sia più veloce e il cibo più buono. Per esempio, oggi abbiamo mangiato il minestrone, squisito oltre alle verdure del nostro orto. Con un’unico fuoco si può cuocere sopra, nel forno, sulla piastra e avere anche l’acqua calda. Poi sul tubo di scarico della stufa, quando è caldo posso stirare i fazzoletti, i tovaglioli e piccoli indumenti. La mia mamma, quando andavo a scuola, la mattina mi stirava il nastro blu da attaccare al colletto bianco. Da luglio scorso abbiamo la stufa nuova e l’interno è di ghisa…la precedente invece aveva l’interno refrattario, e si consumava nel tempo.
Trovo veramente molto belle le tue considerazioni. La cucina economica riesce a condensare attorno a lei il gruppo, la famiglia. Probabilmente, anzi sicuramente ci servono questi elementi di aggregazione. Il fuoco ed il suo calore ha fatto nascere l’aggregazione fra gli uomini, fin dal tempo in cui vivevamo nelle caverne, chissà forse ha fatto nascere la famiglia. Abbiamone cura, coltiviamo tutto questo, il calore, fisico e intellettuale. Sono l’elemento che ci tiene uniti. Sviluppati e modificati dalla tecnologia ma che continuano a farci essere insieme, con piacere e con calore. Credo che la cucina economica sia la migliore espressione di questo concetto.
La cucina economica è legata ad alcuni ricordi di quando ero bambina e i miei genitori avevano una casa in montagna, E mi dicevo che da grande avrei voluto la cucina economica. Però mi chiedo: nel periodo estivo, come si utilizza una cucina del genere? E’ necessario, credo, avere comunque un fornello a gas o elettrico, altrimenti si riscalda la casa. Sopratutto se si abita in luoghi, come città o mare, dove in estate fa davvero caldo.
Ciao Raffaella,
Vedo con piacere che il sogno di bambino di avere una cucina economica, non è solo mio. 🙂
Le tue considerazioni sono giuste, utilizzarla in estate è impossibile, soprattutto in luoghi caldi. Bisogna considerare questo strumento in affiancamento ad una cucina a gas o elettrica, da utilizzare per riscaldare la casa e cucinare, soltanto nel periodo invernale.
Alcuni produttori realizzano cucine dove, in un unico blocco è presente sia la classica cucina economica che fornelli o piastre.
Ti auguro di trovare la soluzione migliore per apprezzare, in inverno, le atmosfere e il calore che la cucina economica può offrire.
A presto.
Ho appena acquistato una cucina economica Zoppas (anni 60), perfetta nell’estetica ma consumata e/o rotta nella parte interna (parte refrattaria), la userò per la mia “man cave” che sto organizzando in un garage interrrato usato per i mezzi agricoli. Mi piacerebbe riportarla ai vecchi fasti per poi usarla nei mesi invernali come stufa e anche, per cucinare. Qual’è il miglior modo per sistemare la parte refrattaria ?
Grazie
raffaello
Buonasera Raffaello,
Ottima scelta. Per realizzare un buon restauro dovresti capire quale era la situazione originaria degli elementi refrattari e su questo sostituire le parti consumate utilizzando mattoni refrattari che taglierai, se necessario, con un frullino con disco adatto ai mattoni.
Per posizionarli utilizza cemento refrattario, dopo aver pulito con cura gli alloggiamenti nella struttura di ghisa, per farlo puoi utilizzare una spazzola per il ferro.
Importante è creare una struttura continua fra ghisa e mattoni, il cemento refrattario deve essere senza vuoti d’aria.
Metti a bagno in acqua i mattoni per almeno mezz’ora prima di posizionarli e aspetta una trentina di giorni, dopo aver fatto il lavoro, prima di accendere il fuoco.
Fammi sapere i risultati e: buona “man cave”!
Ciao, io sto utilizzando di recente e spero che la userò ancora per molto una vecchia stufa cucina dei miei nonni, l’ho in cantina dove ho aperto il mio piccolo show room e quindi la utilizzo per scaldare l’ambiente, alla prima occasione farò anche da mangiare, magari polenta e casoncelli, ricordo ancora il sapore di quando li facevano i miei nonni…
la mia domanda è, posso evitare di mettere acqua nella vasca per l’umidità? essendo una cantina l’ambiente è già umido di suo e vorrei evitare muffe e acqua di condensa sui muri…
grazie,
Marco
Buonasera Marco,
Ottima idea quella di scaldare uno show room con una tradizionale cucina economica! Contribuirà alla accoglienza.
Sei un po’ lontano, mi sarebbe piaciuto assaggiare la polenta e casoncelli! 🙂
Per quanto riguarda l’acqua nella vasca, puoi tranquillamente non metterla; quella che utilizzo in montagna è ormai da anni che la accendo senza riempire il contenitore.
Buon lavoro!
Fabio
P.S. Complimenti per il tuo Blog!
Salve, devo sgomberare una vecchia casa di campagna. E’ piccolo podere in gestione ai tempi dei miei nonni. C’è una Zoppas a legna con tanto di cappa e con ancora i braccetti per stendere gli indumenti per asciugare.
Antiquati mi hanno detto che ormai non le vuole più nessuno perchè ora ci sono le sfufe a pellet e quindi la Zoppas non vale nulla.
Il mese prox sarò costretto a portarla in discarica. Se qualcuno la vuole salvare per qualche casa di montagna od altro mi contatti subito!
Buonasera Marco,
Non dar retta agli antiquari! Se cerchi su Facebook, trovi molti gruppi di appassionati di cucine economiche, dove puoi mettere la tua proposta e soprattutto dove scoprirai che non è vero che non le vuole più nessuno.
Tienila cara e offrila a chi saprà valorizzarla e riutilizzarla al meglio, senza buttare nella discarica la tanta storia (anche dei tuoi nonni) che rappresenta.
A presto.
Grazie Fabio,
su tuo suggerimento ho messo l’annuncio su subito.it, prezzo anche trattabile. Al momento nessuno si è fatto sentire, probabilmente ormai in pochi hanno voglia di restaurare ed usare una cucina a legna. Ancora un pò di pazienza e vediamo ….
Saluti
Buongiorno Marco,
Suggerisco di proporre la cucina economica anche in questi gruppi di Facebook:
Amici della cucina economica a legna: https://www.facebook.com/groups/3209347319133656
Io cucino con la cucina economica a legna: https://www.facebook.com/Iocucinoconlacucinaeconomicaalegna
Eventualmente, prima di inserire l’annuncio, chiedi agli amministratori se è possibile farlo.
Sono gruppi di appassionati che penso potranno apprezzare la tua cucina economica.
A presto!
Buonasera,
io in campagna, (nei colli tortonesi) ho una casa rurale, e mi sono ritrovato nei tuoi racconti ed esperienze. Io vado solo a legna, anche d’estate, ho fuori una cucina economica datata che pero per cucinare è un portento per velocità e sapore. In casa dopo aver avuto una bellissima stufa, recuperata e sistemata, completamente in ghisa, anch’essa datata , adesso ne ho una da due anni moderna, una thermorossi chef. Scelta per avere più calore e anche per avere meno polveri e un bracere decisamente più grande, sennò ogni 15 minuti dovevo caricare piccoli legni . Però rispetto a quello che tu racconti con nessuna cucina sono mai riusciuto a trovare la mattina brace per far ripartire il fuoco. Chiudo l’aria e ho anche la farfalla sul tubo per rallentare l’uscita fumi…consigli?
Sottoscrivo tutto quello che hai scritto sui sapore e le cutture che si possono avere, rispetto al gas un’altro pianete…poi se vi piace affumicare…
buona vita
Alessandro
Buonasera Alessandro,
Sembra essere sempre più numerosa questa comunità di utilizzatori di stufe, camini, cucine economiche a legna; ed è una buona cosa secondo me.
Dovremmo tener preziose le abitudini dei nostri avi, erano improntate all’assoluto risparmio pur senza far mancare nulla di necessario, la legna comunque, non mancherà mai, il pellet magari si.
Per quanto riguarda il trovar la brace la mattina, dipende da diversi fattori. La chiusura dell’aria, la regolazione della farfalla in uscita contano sicuramente ma, un elemento fondamentale è la qualità della legna. È importante che sia al giusto livello di stagionatura ed importantissimo il tipo di legna. Con quercia cresciuta lentamente in montagna la brace al mattino è assicurata. La densità della legna è fondamentale, con legni leggeri sarà molto difficile prolungare la combustione fino al mattino.
Fammi sapere se riesci a fare questa prova.
A presto
Fabio
bravissimo, ottime spiegazioni. purtroppo ho un problema: non riesco a trovare una cucina alimentazione a legna completa di forno e di bollitore.
se le conosci, magari la top di potenza, e mi invii il link ti ringrazio.
grazie per l’attenzione e come primo ringraziamento ti invito ad aprire http://www.nuovedirezioni.it per scaricare gratis e senza inserire i tuoi dati, riviste e libri. Ultimo PEPEPORCINI Oltre l’ovvio .. per una serata sicuramente piccante.
Buonasera Pier Luigi,
Ti ringrazio per l’apprezzamento. Per quanto riguarda le cucine economiche con forno e bollitore ce ne sono veramente un’infinità, la scelta è davvero personale, sia per quanto riguarda le caratteristiche tecniche sia per l’aspetto estetico, un mio suggerimento sarebbe limitante. Ti consiglio di fare ricerche su Internet e scoprire quale si avvicina di più alle aspettative. Anche in questo articolo puoi trovare dei link a modelli di cucine economiche di diversi livelli.
Magari, quando trovi qualche modello che ti interessa, sarò felice di darti dei suggerimenti sulla scelta finale.
A presto.
Fabio
Per avere la brace al mattino non devi scaricare la cenere. Anch’io la sera scaricavo la cenere, caricavo la legna e mi ritrovavo la mattina una cucina gelida. Togli la cenere spenta solo al mattino con una paletta, muovi le braci e le troverai ancora ardenti
Buonasera Bruno,
ottimo metodo, la cenere mantiene le braci ben calde, limita l’ossigeno che le farebbe consumare e si mantengono accese per lungo tempo, giusto giusto il tempo per arrivare alla mattina e trovarle vivide e pronte all’innesco di una nuova combustione di buona legna!
Consiglio strategico.
Grazie
Fabio
Buongiorno. Ho letto con piacere l’articolo, dettagliato e ben scritto. Avrei una domanda, relativa a una cucina economica che ho da poco rimesso in funzione. Dietro allo sportello dal quale si carica la legna c’è una grata, che però è fissa (cosa che non mi è mai capitata di vedere nelle altre cucine), quindi la legna la devo per forza caricare dall’alto, spostando i cerchi. È possibile che il modello sia originalmente così oppure secondo lei è stata fatta una modifica? Il mio dubbio nasce anche dal fatto che la grata è cementata un po’ alla buona alle pareti refrattarie, ma soprattutto dal fatto che è posizionata leggermente in diagonale, anziché frontale come sarebbe più logico. Questo mi ha fatto pensare appunto ad una modifica fatta successivamente, ma ahimè il proprietario a cui chiedere conferma non c’è più. Magari lei mi può aiutare. La ringrazio della disponibilità, buona giornata.
Buonasera Paolo,
Condivido con lei che la grata sia stata posizionata successivamente. Non mi è mai capitato di vedere sportelli fatti così, inoltre sarebbe illogico posizionare una grata proprio nel punto che serve ad inserire la legna.
Si potrebbe presumere che all’utilizzatore serviva una forte fiamma, che otteneva solo con lo sportello aperto e che ha posizionato quella grata per non far cadere tizzoni ardenti.
Credo che, per un uso più corretto e comodo, sia conveniente rimuoverla.
Spero di essere stato utile.
A presto
Fabio
Grazie mille per la disponibilità. Sto provvedendo a sistemare la cucina economica. Mi sembra di poter confermare he la grata sia stata cementata successivamente, tuttavia la grata presenta una sporgenza nella parte inferiore che si inserisce in una tacca alla base; ciò mi fa pensare che sia una parte originale della stufa, ma non avrei idea di come si possa utilizzare, poiché una volta inserita non presenta possibilità di rimozione per caricare la legna. Non so se c’è la possibilità di allegare delle foto, magari mi potrebbe aiutare ulteriormente a capire. In ogni caso, grazie anticipatamente!
Buongiorno Paolo,
Se vuoi puoi inviarmi le foto alla mail info@tornoincampagna.it poi posso inserirla nel commento. Questa grata di cui mi parli è un bel mistero, una curiosità da approfondire.
L’ipotesi più plausibile, al momento, resta quella di non far cadere i tizzoni con lo sportello aperto, però magari con le foto dell’insieme e dei dettagli possiamo cercare di capire di più.
A presto
Fabio
Buongiorno Paolo,
Ho ricevuto la tua mail in cui mi invii le foto. La riporto qui per condividerla e cercare di riflettere, assieme a tutti, sull’uso della misteriosa griglia!
———————- mail di Paolo—–
Buongiorno Fabio, grazie ancora per la disponibilità. Come da accordi, invio in allegato le foto. Nella prima foto, la grata in posizione. Nella seconda, in primo piano il particolare della tacca in cui la grata si inserisce. Nell’ultima, la grata. Segnalo inoltre che all’interno della camera di combustione, sul lato lungo a sinistra (quello che dà verso l’esterno) e sul lato corto posteriore erano presenti due mattoni refrattari dello spessore di circa 3-4 cm, cementati un po’ alla buona. Immagino che siano stati posizionati anch’essi al momento in cui è stata messa la grata, anche se il motivo mi è ignoto (le uniche possibilità che mi vengono in mente sono la necessita di isolare ulteriormente la stufa dall’esterno oppure la volontà di “sostituire” le pareti originarie, che presentano una leggera crepatura). Da notare che questi mattoni non solo rendevano la camera di combustione più piccola, ma impedivano inoltre il sollevamento della grata inferiore, che invece si dovrebbe poter rimuovere per poter pulire adeguatamente quando necessario (ora che ho tolto i mattoni infatti si toglie senza problemi). In attesa di un riscontro, saluto cortesemente
Paolo
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Da quello che si vede dalle foto possiamo dire con certezza che la griglia era già prevista fra gli accessori della cucina: è realizzata nello stesso stile e con gli stessi materiali; c’è un perfetto alloggiamento per incastrarla e tenerla in posizione; ha una forma che si vede progettata per il contesto in cui si trova.
Accertato questo, mi sento di confermare quello che pensavo all’inizio, cioè che la griglia dovrebbe servire a poter tenere aperto lo sportello mentre il fuoco è acceso per non far cadere tizzoni ardenti. Un’altra cosa che mi viene in mente è che potrebbe essere un sistema di sicurezza per non far cadere tizzoni nel momento in cui si apre lo sportello per controllare il fuoco, anche se questo comporterebbe l’obbligo di caricare i ciocchi aprendo gli anelli superiori.
Vediamo se qualcuno, più esperto, ci darà qualche altra indicazione.
A presto
Fabio