Siamo arrivati al termine di questo racconto a puntate che racconta la realizzazione del nostro camino.
Tutto il racconto lo puoi leggere negli articoli:
- Il nostro camino (Prima parte)
- Il nostro camino (Seconda parte)
- Il nostro camino (Terza parte)
- Il nostro camino (Quarta parte)
- Il nostro camino (Quinta parte)
In questo articolo vedremo tutti i vantaggi di questa realizzazione. Dopo mesi di lavoro finalmente abbiamo potuto godere del calore e delle comodità offerte da un camino progettato e realizzato secondo le nostre esigenze.
Il riscaldamento.
L’aspetto più importante e maggiormente utilizzato del focolare domestico è quello di riscaldare la casa.
Il modo in cui lo abbiamo costruito assicura un riscaldamento dell’ambiente molto più efficiente del classico camino con il tiraggio semplice, dove la maggior parte del calore (70-85% mediamente) viene trascinata via nella canna fumaria. Abbiamo già visto questo aspetto negli articoli precedenti, riassumiamo qui i punti più importanti.
Normalmente il camino preleva l’aria necessaria al tiraggio dall’ambiente stesso in cui è posizionato; l’aria sottratta attraverso la canna fumaria deve essere rimpiazzata con aria nuova proveniente da una finestra semiaperta o da tutte quelle piccole fessure (porte, prese d’aria, ecc.) che però immettono in casa aria fredda proveniente dall’esterno.
Questo fa si che avremo un continuo apporto di aria fredda che riduce sensibilmente la temperatura degli ambienti.
Il nostro progetto prevede invece un sistema di apporto dell’aria che permette di preriscaldarla prima di essere immessa nell’ambiente interno. Il flusso dell’aria è meglio descritto dal disegno seguente.
Già dopo pochi minuti dalla accensione del fuoco avrai aria in ingresso di tre o quattro gradi più calda di quella esterna. Con il focolare a regime siamo riusciti ad avere aria in ingresso a 20° C con temperature esterne di 4-5°C.
Leggi i dettagli della realizzazione negli articoli precedenti.
Questo sistema fa in modo quindi che l’aria necessaria al tiraggio, fondamentale per evitare fuoriuscite di fumo, entra ben calda e non sottrae calore al riscaldamento per irraggiamento prodotto dalla fiamma e dalla lastra di ghisa inclinata.
Le finestrelle di ingresso dell’aria.
L’aria entra nell’ambiente attraverso due aperture, la cui area totale è stata precisamente calcolata in base alla velocità dei flussi d’aria necessari al corretto tiraggio.
Le due finestrelle le abbiamo realizzate utilizzando due vecchi sportelli in legno di pensili da cucina e sono state posizionate in due tagli nei pannelli di cartongesso che rivestono la struttura. Rivestimento che ha la duplice funzione di intercapedine e di finitura estetica.
Nelle immagini seguenti puoi vedere il taglio nel cartongesso e la piccola finestra posizionata nell’alloggiamento.
Attraverso il foro puoi vedere la struttura del vero e proprio camino fatta dai tavelloni, la cui realizzazione è dettagliatamente descritta negli articoli precedenti.
Come vedi nella foto, l’uscita dell’aria è protetta da una retina in metallo, necessaria per evitare che insetti possano passare attraverso il canale di passaggio dell’aria. La stessa retina che protegge l’ingresso dell’aria dall’esterno.
La lastra di ghisa.
Negli articoli precedenti ci siamo soffermati ampiamente sul corretto posizionamento della pesante lastra di ghisa.
La lastra di ghisa assolve due funzioni importanti. La prima è quella di riflettere il calore del braciere all’interno dell’ambiente con una sorta di effetto “specchio”, in questo caso è importante la sua giusta inclinazione; la seconda è quella di trasferire il calore nell’intercapedine dove passa l’aria fredda proveniente dall’esterno, riscaldandola rapidamente.
Fondamentale quindi la sua presenza nella struttura del camino.
Contribuisce poi al riscaldamento dell’ambiente la forma a parabola dei due muretti laterali fatti in mattoni refrattari. Questa forma permette al calore irraggiato dalla fiamma di riflettersi lontano dal camino rendendo più veloce e più duraturo il diffondersi del calore prodotto. La corretta realizzazione di questi semplici due muretti è ampiamente spiegata negli articoli precedenti.
In ultima analisi ti posso assicurare che il camino, così realizzato, ti permette di sfruttare al massimo il calore prodotto dalla fiamma.
Le cotture.
Di importanza basilare è stata la scelta di posizionare il piano del fuoco ad una altezza fra gli 85 e i 90 centimetri di altezza. Nel nostro caso specifico a 88 centimetri.
Questa altezza, diversa dalla classica collocazione quasi a terra, comporta due vantaggi: uno di lieve importanza, cioè la collocazione della fonte di calore ad una altezza che la rende più fruibile ed efficiente; l’altro, a nostro parere, fondamentale per un facile utilizzo come piano di cottura. È molto più semplice cuocere una bistecca od una orata stando in piedi piuttosto che seduti sui talloni.
Nel tempo è stato molto piacevole scoprire la gradevole comodità di cuocere sulla brace del camino nello stesso modo in cui in cui cuociamo sui fornelli della cucina. Con tutti i vantaggi che questo comporta.
Con l’aiuto di due alari come sostegno, questa bistecca di scottona è una delle prime cose assaporate con questo, per noi nuovo, metodo di cottura ed è importante dire che la soddisfazione del gusto è ben diversa dalla cottura su un fornello a gas. Forse contano la fatica e l’impegno profusi nella realizzazione del camino ma credo di poter affermare che la differenza si sente, eccome!
Un altro metodo di cottura è quello allo spiedo che sfrutta principalmente il calore per irraggiamento. La cottura è più lenta e comincia dalla mattina per avere un buon pezzo di carne pronto per l’ora di pranzo. I grassi si sciolgono lentamente, all’inizio sembra che il pezzo si stia solo semplicemente scaldando, con l’andar del tempo si comincia a vedere il lieve rosolarsi della superficie e poi pian piano il profumo comincia a diffondersi fuori della casa.
Eh si, il tiraggio è buono e porta i fumi e gli odori fuori della cucina. Piano, verso mezzogiorno, si capisce che il calore è arrivato fino all’interno del pezzo, pronto per essere tagliato ed assaporato assieme a salse o senape di Digione.
Nell’immaginario di tutti, il pollo è l’alimento principe di questo metodo di cottura. Abbiamo provato (e spesso ripetuto) la cottura di questo alimento. Polli allevati in casa, alimentati con granaglie preparate da noi e con carni ben diverse da quelli che si possono acquistare al supermercato. Il risultato è stupefacente, sia in termini di estetica che di gusto.
Non posso che consigliarti di progettare e realizzare un camino così solo per il piacere di condividere a tavola un pollo cucinato in questo modo.
Sale e qualche erba aromatica all’interno: maggiorana, timo, rosmarino. Massaggialo all’esterno con limone e le stesse erbe tritate finemente. Cosa dire, buon appetito.
La convivialità.
La televisione occupa oggi un posto privilegiato nel tinello o nella cucina, molto spesso consumiamo i nostri pranzi o le nostre cene di fronte a questo schermo luminoso che attrae e distrae l’attenzione di tutti.
Riflettiamoci un momento. Un elemento che emette luce, che attrae la nostra attenzione.
Come un camino.
Nelle nostre cene con la famiglia o gli amici, proviamo a sostituire la televisione con un camino acceso. Un elemento che emette luce, e calore, che attrae la nostra attenzione, ma senza distrarci dagli altri commensali, che anzi aggiunge calore, termico e intellettuale.
Mettiamolo al posto del televisore. Sostituiamo quell’elemento distraente con un centro di attenzione che con i suoi guizzi e scoppiettii unisce i commensali con un calore diverso e più coinvolgente. Potremo parlare meglio, esprimerci meglio e senza inutili distrazioni. Ricordando, nel nostro intimo più profondo, di quando il fuoco nelle grotte e nelle capanne raccoglieva appunto, famiglie ed amici.
Eccoci alla fine di questi articoli che riguardano la realizzazione di un camino.
Spero di esserti stato utile per la scelta di realizzare un focolare domestico all’altezza delle tue esigenze.
Mi trovi disponibile per qualsiasi approfondimento e per ogni spiegazione che ritieni necessaria. Non spaventarti della difficoltà della realizzazione, che c’è, sicuramente, ma che è superabile con semplici chiarimenti.
Buon lavoro e, non farti scrupoli a fare domande..
29 commenti
Complimenti Fabio, bel lavoro, certosino e da vero appassionato!
Sto ristrutturando un appartamento e devo costruire il camino da ZERO, ritengo molto interessante la tua realizzazione e vorrei “copiarla” 😉
Mi potresti aiutare molto se mi fornissi le misure di dimensionamento del focolare e della cappa, tenendo presente che io parto con un tubo in acc. del 250 con 2 curve a 45° per uscire all’esterno del muro perimetrale, da dovo poi salirò in verticale per 8 metri, coibentando il tutto con lana di roccia.
Grazie in anticipo e complimenti ancora!
Buonasera Enzo,
Ti ringrazio per l’apprezzamento del lavoro, ti assicuro che è stato un piacere affrontare questa piccola sfida e sono certo che riuscirai facilmente nell'”impresa”. Se ci metti passione, come mi sembra di aver capito da quello che scrivi, otterrai un ottimo risultato.
Il nòcciolo di tutto il lavoro sono i rapporti fra le dimensioni di: presa d’aria; bocca del camino e canna fumaria.
Nel tuo caso dovrai partire, nei calcoli, dalla dimensione della canna fumaria che, come scrivi è di 25 cm di diametro, quindi con un area di 490cm quadri.
Hai necessariamente questo punto fermo su cui basarti.
L’area della canna fumaria deve essere 1/10 della bocca del camino, quindi, nel tuo caso, la bocca del camino dovrà essere di 490cm quadri x 10 cioè; 4900cm quadri. Quindi, se fosse quadrata (cioè base uguale all’altezza) dovrà essere di 70cm x 70cm. Se vuoi un camino più largo, diciamo di un metro, l’altezza della bocca dovrà essere di 49cm.
Il calcolo è semplice: area della bocca (4900cm quadri) diviso la larghezza che desideri e ottieni l’altezza della bocca stessa.
Per quanto riguarda la presa d’aria, questa deve essere almeno 1/20 dell’area della bocca del camino. Nel tuo caso 4900/20 cioè 245cm quadri. Il che significa, una apertura quadrata di circa 16x16cm oppure una circolare di circa 18cm. Naturalmente sarà sempre meglio abbondare, quindi in questo caso un tubo da 20cm o una apertura quadrata 20×20 andranno benissimo.
Alla fine, bisogna rispolverare le vecchie nozioni della scuola! 🙂
Spero di esserti stato utile. Fammi sapere se sono stato chiaro e per qualsiasi dubbio non esitare a scrivere.
Grazie ancora e a presto.
Buongiorno Fabio; c’eravamo già sentiti x alcune informazioni sul costruire il caminetto. Sai dove reperire il gesso grezzo x intonacare l’interno della cappa come consiglia il manuale della fam. Bagnolini ? Grazie mille buona giornata Antonello
Ciao Antonello,
Il gesso puoi acquistarlo da qualsiasi fornitore di materiali edili. Il gesso definito grezzo è il gesso comune utilizzato normalmente per i lavori di edilizia, lo trovi dai ferramenta in piccole confezioni, mentre le confezioni più grandi (10-20-25 chili) puoi trovarle da chi vende mattoni e cemento o presso la grande distribuzione tipo Leroy Merlin o Brico.
Probabilmente già lo sai, ma mi sento in dovere di ricordarti che il gesso tira (indurisce) in pochi minuti e quindi la quantità che prepari per intonacare deve essere proporzionata a quello che sai di riuscire ad utilizzare in una sessione di lavoro.
Buon lavoro e fammi sapere i risultati.
Fabio
Tutto chiaro Fabio, non mi resta che rimboccarsi le maniche e mettere a frutto i miei 62 anni!😉
Due sole cose mi mancano…la profondità del focolare…e che influenza ha sul tiraggio e l’utilità di inserire una valvola alla fine della cappa.
Grazie ancora e complimenti anche per il sito! 👍
Enzo
Buongiorno Enzo,
La profondità del focolare non ha alcuna influenza sul funzionamento del tiraggio. Quello che conta è la quantità e la velocità dell’aria che passa attraverso la bocca del camino. Una buona profondità è comunque utile se prevedi di usare il camino anche per delle cotture alla brace; avere il giusto spazio per posizionare una griglia, senza spostare troppo in avanti la brace è molto comodo.
Per quanto riguarda la valvola alla fine della cappa o lungo il primo tratto della canna fumaria, ha la sola funzione di impedire l’entrata dell’aria, dal comignolo verso il basso, quando il camino è spento. Inserendola e chiudendola a camino spento, eviterai che ogni tanto l’odore di fuliggine arrivi nella stanza dove è collocato il camino.
Buon lavoro!
Complimenti per l’articolo Fabio. Sto costruendo il caminetto nella casa che io e mia moglie stiamo ristrutturando. Avrei domande da sottoporti:
1) Dove si acquista la lastra in ghisa?
2) Lo spigolo di incontro tra la lastra in ghisa e il tavellone deve trovarsi esattamente sotto la canna fumaria?
Ti ringrazio in anticipo
Luca (anch’io del ‘59)
Buongiorno Luca (coetaneo),
Le lastre di ghisa si possono acquistare presso i fornitori di metalli, ad esempio quelli che vendono i tondini per l’edilizia o profilati in metallo in genere.
Per quanto riguarda il posizionamento della lastra, deve trovarsi schematicamente come indicato dal disegno qui sotto. L’importante è che la “gola” sia grande almeno quanto la sezione della canna fumaria. In altre parole, lo spazio fra lastra e parete anteriore della cappa, non deve creare una strozzatura nel flusso di passaggio dei fumi.
https://www.tornoincampagna.it/wp-content/uploads/2020/05/disegno-camino-con-note.jpg
Buonasera. Innanzitutto, vorrei complimentarmi con Lei per l’ottimo lavoro e la guida passo passo redatta. Dato che vorrei realizzare un camino molto simile al suo nella mia tavernetta, dove mi consiglia di effettuare il foro per il passaggio dell’aria dall’esterno?
Buonasera Fabrizio,
Se la realizzazione del camino prevede la circolazione dell’aria nell’intercapedine fra camino e controcappa, come nella realizzazione descritta, l’apertura per l’aria deve trovarsi all’interno della intercapedine, in modo da permettere che l’aria si riscaldi a contatto con le pareti del camino prima di immettersi nella stanza e compensare l’aria portata via dalla canna fumaria. Ovviamente nella zona bassa del camino: da sotto (come nel caso specifico descritto) o da una delle pareti attorno al camino che danno all’esterno; oppure, se il camino è lontano dalle mura perimetrali della casa, incanalato con una tubazione di diametro adeguato che vada dal camino all’esterno.
Se invece non è prevista la circolazione nell’intercapedine e l’ingresso dell’aria serve semplicemente a compensare l’aria risucchiata dal tiraggio, l’apertura può essere posizionata in un punto qualsiasi della stanza dove si trova il camino. Considerando che in questo caso, l’aria proveniente dall’esterno non viene riscaldata, è preferibile posizionare l’apertura in un punto il più lontano possibile dal camino.
Se vuoi puoi mandarmi la planimetria della stanza così da vedere insieme il posizionamento migliore. Mi trovi disponibile per qualsiasi chiarimento.
A presto
Buongiorno e buona domenica. Come posso inviarti le foto allegate al commento?
Buongiorno. Ho acquistato il libro sui camini e sto leggendo su questo sito tutte le 6 lezioni del ( Il nostro camino ). Sono piacevolmente soddisfatto delle spiegazioni che sono facilmente comprensibili per una persona che vuole farsi il camino da solo. Faccio qualche domanda per comprendere maggiormente. 1) canna fumaria diametro 25 cm con un area di 490 cm e una apertura camino 83×60 cm e necessito di un tubo di ingresso di circolazione aria di 249 cmq. pari a un diametro tubo di 18 cm. Per motivi di spazio posso far entrare 2 tubi da 12, uno collegato per la circolazione interna per riscaldare l’aria con griglia di pescaggio aria del camino, e un altro tubo con griglia vicino al camino di apertura e chiusura dell’aria.( aria fredda ). Ho anche la possibilità di sistemare un ingresso aria sotto l’eventuale raccolta ceneri con griglia in ghisa max di diametro da 8 cm. Cosa mi consiglierebbe di fare ( ho soltanto una canna fumaria di 11 metri diametro 25 cm.) 2) Se invece della piastra di ghisa di spessore 1 cm potrei utilizzare una lastra di ferro dello stesso spessore? per i costi e visto che il camino sarà acceso all’occorrenza ( Taverna ) 3) Utilizzare la malta o il cemento refrattario, non conosco la differenza Rinaldo
Buongiorno Rinaldo,
Perdona, se puoi, il ritardo. Spero però di rispondere esaurientemente alle tue domande.
1) Le due prese d’aria separate vanno benissimo, l’importante è che il totale dell’area della sezione dei tubi sia sufficiente e mi pare che nel caso che presenti, vada bene così. Ti sconsiglio di fare una presa d’aria attraverso il vano di raccolta ceneri, l’aria arriverebbe troppo abbondante sotto le braci, accelerando di molto la combustione. Sarebbe un inutile spreco di legna.
2) La piastra è meglio in ghisa. Il ferro ha un coefficiente di dilatazione maggiore della ghisa e quando viene riscaldato si dilata molto, raffreddandosi poi ritorna alle dimensioni originali. Con questi movimenti si creano molte fessure e crepe lungo le stuccature. La ghisa è più stabile sotto questo punto di vista.
3) Il cemento refrattario è solo cemento che va miscelato ad un inerte (la sabbia) nel momento della preparazione. La malta refrattaria è una miscela già pronta con le giuste proporzioni alla quale deve essere aggiunta solo l’acqua.
Spero di esserti stato utile e mi trovi a disposizione per qualsiasi approfondimento.
A presto.
Fabio
ho scritto un commento che non vedo visualizzato. ho fatto domande per avere gentilmente delle risposte. Forse eè presto?
un saluto
E’ la mia prima volta e non sapevo se avevi ricevuto il messaggio. Grazie e spero di risentirci.
Hai fatto benissimo!
Per qualsiasi dubbio mi trovi qui.
Parlando con un amico che ha realizzato un camino mi ha detto che il muratore ha usato il gesso, non solo nei tavelloni della cappa, ma anche nella posa in opera dei mattoni refrattari, affermando che il prodotto acquistato ( ALABASTRINO ) resiste ad alte temperature. Leggende metropolitane o cosa?
Grazie per la tua disponibilità
Buongiorno Rinaldo,
Quello che dice il tuo amico è verissimo. Il gesso resiste alle alte temperature. Un mio vecchio amico, muratore d’altri tempi, diceva: “Dove c’è acqua, cemento: dove c’è fuoco, gesso.”.
Personalmente ho preferito usare il cemento refrattario anziché il gesso, nelle parti a vista, principalmente per una ragione estetica. Vedere le fughe e le eventuali colature di colore bianco acceso fra i mattoni non mi sarebbe piaciuto.
L’ho utilizzato invece per rasare l’interno della cappa perché si ottiene una superficie più liscia, dove la fuliggine aderisce con più difficoltà.
Il gesso poi è difficile da lavorare, si indurisce in pochi minuti e ne va preparata una quantità minima di volta in volta, altrimenti si rischia che tiri già dentro il contenitore dove è stato miscelato. Con il cemento o la malta refrattaria non si corre questo rischio e non si ha l’ansia di dover agire in fretta con il posizionamento dei mattoni.
A presto.
Fabio
Complimenti davvero per il lavoro e l’ottimo risultato.
Mi sto accingendo anche io alla costruzione di un camino, dopo aver letto le indicazioni dell’ing, Bagnolini e chiarendo ogni aspetto nel tuo sito.
Che dimensioni ha il tuo camino? Intendo bocca e profondità?
Per quanto riguarda la valvola sulla canna fumaria?
Grazie mille e ancora complimenti!
Buonasera Matteo,
Ti ringrazio. Le dimensioni della bocca camino che ho realizzato sono 107 centimetri di larghezza per 73 centimetri di altezza, per un’area di 0,78 mq, area proporzionata esclusivamente rispetto all’area della sezione della canna fumaria. Quello che conta è l’area, le dimensioni della altezza e larghezza sono indifferenti, l’importante è che l’area sia ben proporzionata. In altre parole, sarebbe andata benissimo una bocca larga 50 centimetri con un’altezza di 1,56 metri oppure larga 2 metri con una altezza di 39 centimetri. Parlo per assurdo ma è per spiegare bene che quello che conta è l’area e non le singole misure di altezza e larghezza. La profondità non influenza affatto i risultati del tiraggio, comunque nel caso del nostro camino è di 48 centimetri.
La valvola di chiusura della canna fumaria serve esclusivamente a chiudere il camino durante i mesi caldi, quando il camino è spento e per evitare un flusso d’aria in uscita, o peggio in entrata, dal camino.
Per qualsiasi dubbio sono a disposizione.
A presto.
Buongiorno Fabio e buon inizio settimana.
devo realizzare un camino di 4900 cm quadri, meglio 98×50 o 80×61, parlo del rapporto base per altezza. Ti dico che per esigenze costruttive la soluzione 98×50 sarebbe l’ideale per me. Ma un consiglio tecnico può evitare di fare danni. Ciao e Grazie Rinaldo
Buonasera Rinaldo,
Non c’è nessun vincolo riguardo il rapporto base per altezza. Il parametro fondamentale è l’area della bocca del camino, puoi utilizzare tranquillamente l’una o l’altra accoppiata di misure. Se l’ideale per le esigenze costruttive sono i 98×50, utilizza tranquillamente queste dimensioni.
Ciao e a presto.
Buongiorno Fabio e perdonami se oggi è domenica.
Dovrei realizzare il massetto di dimensioni 100 cm per 75 cm e alto 6 cm sopra una base solida di 50 centimetri di altezza. A parte il pronto massetto, ma vorrei sapere quale ti di rete usare per dimensione maglie con relativo spessore e se necessita anche di tondini di diametro mm 8. E per ultimo quando tempo aspettare per poter costruire sopra il camino. Ho fatto domande e ho avute risposte differenti.
Ciao a risentirci
Buonasera Rinaldo,
Da come lo descrivi, il massetto non deve assolvere a nessuna funzione portante in quanto poggia, appunto, su una base solida. In questo caso l’armatura in ferro serve solo a prevenire eventuali crepe nel tempo e distribuire uniformemente il carico sovrastante.
Una rete elettrosaldata con ferri da 5 millimetri di diametro e maglia 10×10 centimetri è più che sufficiente, non necessita di nessun ferro aggiuntivo.
Immagino che il massetto di cui parli, sarà la base dove poggiare i mattoni refrattari che faranno da “pavimento” alla zona del fuoco. Se è così ti suggerisco di utilizzare una malta refrattaria, oppure aggiungere del cemento refrattario alla miscela del pronto massetto (se questo non refrattario), nella misura di una parte di cemento refrattario per quattro di pronto massetto.
Come tempi di attesa credo che due o tre giorni siano più che sufficienti. Usa comunque l’accortezza di tenere umida la superficie per evitare crepe da ritiro, puoi utilizzare un nebulizzatore tipo quelli per irrorare le piante. Un paio di irrorazioni al giorno per i tre giorni di attesa prima di proseguire il lavoro.
Spero di esserti stato utile e non esitare a chiedere eventuali chiarimenti, anche di domenica! 🙂
A presto.
Fabio
Buongiorno a te Fabio. Purtroppo nessuno ha il cemento refrattario ma la malta refrattaria. Ho pensato di metterci la malta rapporto 1 a 3 ( massetto pronto) o solo massetto e utilizzare i mattoni refrattari a cm 3 di spessore invece di 2,5 per il piano di cottura, mentre spessore 6 cm per l’alzata del camino.
Ciao Rinaldo
Buonasera Rinaldo,
La soluzione che hai pensato, malta refrattaria 1/3, può andare benissimo e puoi utilizzare i mattoni con spessore 2,5.
Buon lavoro!
Buongiorno Fabio. Come dici tu il gesso si indurisce velocemente, e nella rifinitura della cappa con i tavelloni si rischia di fare pasticci da inesperti come noi. Esiste quache prodotto che mescolato al gesso ritardi l’indurimento, oppure esiste qualche tecnica per realizzare un buon lavoro. Grazie Rinaldo
Buonasera Antonio, complimenti per le risposte che hai fornito. Io ho un problema riguardo al mio camino. Vorrei poter chiudere la cappa quando il camino non è in funzione perché non entri aria fredda. Che cosa posso usare e se posso trovare qualcosa di già pronto in commercio, adatto a questo scopo. Ti ringrazio in anticipo.
Buonasera Stefania,
Ogni camino è diverso da un altro, se hai buone capacità sul “fai da te” puoi realizzare un “tappo” da inserire lungo la cappa del camino, altrimenti ti suggerisco di rivolgerti a tecnici specialistici a cui chiedere come risolvere al meglio.
Fammi sapere
Fabio