Riscoprire la vita in campagna attraverso film d’autore.
Anche attraverso la magia del grande schermo possiamo vivere la bellezza di questo sentimento.
Ti parlo di un film del 2006 con Russell Crowe, Marion Cotillard, Abbie Cornish, Valeria Bruni Tedeschi.
Regia di Ridley Scott.
Un ritorno in campagna movimentato, tratto dal romanzo omonimo di Peter Mayle. Max Skinner (cognome che in italiano suona come: scuoiatore) viene ospitato per gran parte della sua infanzia dallo zio Henry, in Provenza.
Attento! ci sono spoiler
Lo vediamo poi, diversi anni dopo a Londra. È diventato, in onore al suo cognome, uno spietato broker, capace di operare con la freddezza necessaria per il suo lavoro, circondato da improbabili collaboratori.
La notizia della morte dello zio, che non vede da molti anni, tanto da averlo quasi dimenticato, arriva insieme all’eredità: lo Château La Siroque circondato da una tenuta con vigneto.
Parte per la Provenza con l’idea di quantificare il valore dell’eredità per poterla poi vendere. Il suo sopralluogo è pervaso da piccoli eventi che denotano la superficialità dei suoi modi.
Parlando al cellulare mentre guida non si accorge di mandare fuori strada una ragazza in bicicletta. Poi cade incidentalmente nella piscina vuota, mentre da Londra lo cercano per affari; la ragazza della bicicletta riconosce la sua auto parcheggiata fuori della tenuta, lo “salva” ma con una piccola vendetta, apre l’acqua per riempire la piscina e lui riuscirà ad uscire dopo più di un ora.
Impossibilitato a rispondere al telefono si ritroverà sospeso dal lavoro per una settimana.
In questo tempo riscoprirà i valori che lo zio aveva cercato di trasmettergli.
L’arrivo di Christie, una ragazza che afferma di essere la figlia illegittima dello zio complica (o facilita) le cose.
Scopre poi che lo zio produceva, oltre quello banale ufficialmente venduto, un raffinatissimo e costosissimo vino, conosciuto dagli esperti e pervaso da un’aura di mistero su chi lo realizzava.
Pressato dal capo, torna al suo lavoro a Londra, ma capisce che il suo posto è La Siroque. Da piccolo aveva imparato la calligrafia dello zio e decide così di scrivere una falsa lettera dove lo zio rivela che Christie è sua figlia, permettendole così ricevere in eredità il vigneto.
Torna in Provenza per riscoprire e vivere quelle atmosfere che lo avevano affascinato e formato nell’infanzia e vivere un amore che era iniziato proprio allora, Fanny, la ragazza della bicicletta, conosciuta nell’infanzia proprio sui bordi di quella piscina.
Curiosità
Il film segue di sei anni Il Gladiatore, dove Crowe era stato diretto sempre da Ridley Scott.
La storia è ben costruita e racconta con sentimento la riscoperta dei valori reali che la campagna e la terra soli possono trasmettere.
In alcuni punti rischia di cadere nel banale, sfruttando in modo semplicistico alcuni luoghi comuni, come la contrapposizione fra il mondo spietato degli affari e la sincera semplicità dei contadini.
L’inserimento di alcuni momenti di comicità sullo stile delle comiche di un tempo, come la ripresa accelerata della Smart che gira attorno alla fontana nella piazza del paesino, riducono a volte l’intensità del racconto, ma Ridley Scott se lo può permettere, giocando su citazioni di vecchi film.
Un film comunque gradevole, dove si riescono quasi a sentire i profumi e i sapori vissuti in una infanzia intensa. Come tutte le infanzie.
Un dettaglio: quando Crowe-Max prende una manciata di terra della Provenza fra le mani e ne aspira l’odore, ripete il gesto identico di Crowe-Massimo Decimo Meridio che fa ne Il Gladiatore. Gesto che verrà poi citato anche nel successivo film Robin Hood, sempre di Scott.
Se vuoi passare un ora e mezza con la discreta magia della Provenza ed il fascino delle donne francesi, vivendo la riscoperta della terra e dei sapori veri, te lo consiglio.