“C’era una volta la cenere” – Anna Nasci – Edizioni Andromeda – 2023 – Euro 18
Come acquistarlo
Lo puoi acquistare presso il sito delle Edizioni Andromeda.
Una breve intervista
– Di cosa parla questo libro?
– Il testo parla di come sono arrivata a conoscere questo rimedio millenario e di come si può impiegare in vari campi. La CENERE è oggi erroneamente considerata un prodotto di scarto al pari di un rifiuto pericoloso e come tale è trattata e regolamentata, ma è presente nelle nostre case da tempo immemorabile. Nessuno più̀ considera che si tratta di un prodotto naturale, estremamente versatile ed efficace, presente in diversi ambiti e quindi utilizzabile ancora oggi. Opportunamente trattata sarebbe di fatto un prodotto multiuso ecologico ed economico.
Si tratta di una pratica tutt’altro che semplice, dove occorre pazienza e fatica. Avremmo potuto conservare il principio e togliere la fatica nell’utilizzarla, ma non è accaduto e le nostre nonne sono passate all’uso dei detersivi spezzando involontariamente la catena per sempre. Oggi vorrei creare situazioni di incontro formativo per conoscere ciò che si va perdendo si questo come altri argomenti.
In questo ho anche avuto il piacere di avere l’aiuto di Franco Vecchi, chimico e analista, ha aggiunto aneddoti e nozioni. È stato così carino da preparare un inserto nel testo. Anche lui ha scritto due libri, uno molto simpatico e divertente sul modo in cui è cambiato il mondo dei laboratori analisi e uno sul mondo del vino! Temi che solo la cura della cultura locale, specifica e frutto di esperienze dirette può tenere alti.
– Come è nata l’idea del libro?
– La mia generazione è davvero l’ultimo anello della catena rimasto attaccato a questo tipo di saperi, non per un fatto anagrafico, perché in realtà sarebbero i nostri genitori ad esserne più collegati, non solo perché sarebbe stato un loro compito a mio avviso in larga parte disatteso, ma soprattutto perché noi… sì proprio noi, vivendo la montagna, dove il tempo sembra si sia fermato, abbiamo visto tante cose coi nostri occhi e potremmo metterle ancora in pratica, trasmetterle, insegnarle, soprattutto migliorarle senza quella noiosa dicitura che fa tanto effetto “tradizione e innovazione”, ma che spesso non sa di nulla. Faccio parte di quel gruppo silenzioso di persone che la parola innovazione piace, non tanto se affiancata alla tradizione, ma ad una certa etica, quella di rispettare i cicli naturali.
Per i ragazzi è difficile comprendere appieno tutto questo, sta a noi farglielo capire, pena la perdita definitiva dei saperi antichi, quelli legati alla terra. Quelli preziosi perché si trovano fuori dai libri di scuola, anche se pare che tutto sia stato oramai scoperto.
– È stato difficile organizzare le informazioni?
– “Quel che non si fa in una vita si fa in un giorno”: diceva così mia nonna ed infatti è stata una coincidenza che mi ha permesso di pubblicare un pamphlet sugli antichi impieghi della Cenere.
Ho girato a Paolo Brunetti, fondatore di Edizioni Andromeda, alcuni miei appunti perché pensavo sarebbero stati utili ad un lavoro di prossima pubblicazione, li avevo da tempo chiusi in un cassetto e forniti senza immaginare che poi avrei avuto la proposta di renderlo un libro. Pochi giorni dopo ricevo con piacere una sua telefonata nella quale mi proponeva con entusiasmo di pubblicare. Non era affatto nei miei programmi di cimentarmi nella stesura di un libro in quel periodo che era per me difficile per diversi aspetti, sia lavorativi che familiari. Tuttavia era frutto di una coincidenza che mi si presentava con l’occasione di poter esprimermi, cosa non da poco, con la guida di un editore in target, come si dice, su un argomento a me molto caro e non cogliere l’opportunità sarebbe stato un vero peccato.
Ho impiegato le ore notturne per lavorare al testo. Quando ancora non era ancora pronto, sempre su suggerimento di Brunetti ho contattato il collega Carlo Lisi per una eventuale prefazione. Poi tutto sembrò concatenarsi in modo automatico, come parlare del testo e suscitare molto interesse e curiosità in ambiti anche diversi tra loro.
– Soddisfatta del lavoro fatto?
– Ne sono contenta perché ritengo sia necessario mantenere viva la conoscenza dei nostri predecessori, poiché siamo oramai calati dentro un processo di cancellazione epocale, che rende impossibile alle generazioni future, non solo di comprendere, ma di restare in contatto con la conoscenza dei padri, legata al ciclo naturale. L’editore che ringrazio ha avuto la cortesia di fare una nota nella quale sottolinea questo aspetto. Sono felice che abbia colto la mia intenzione nella stesura del testo.
Estratto dalla nota dell’Editore
Da molto, troppo tempo, si spaccia come “progresso” ciò che è funzionale agli interessi delle élites che governano le comunità umane, per le quali, oggi, l’unico valore fondante è il denaro.
E questo vale per tutto: dalle innovazioni tecnologiche alle modalità del vivere assieme.
Prendiamo la canapa, ad esempio. La pianta più coltivata del Pianeta da sempre e da tutti i popoli per gli usi più svariati (alimentari, tessili, edili, cartari, farmaceutici, chimici, energetici, ricreativi, religiosi), e ad un costo risibile. Usata per il sartiame e le vele delle navi, biodegradabile ed antiparassitario naturale. Arriva il petrolio che ne cancella l’uso e anzi lo criminalizza. E così la canapa viene sostituita dalla plastica, con le conseguenze sull’ambiente che ben conosciamo.
…
Stesso destino tocca ai fertilizzanti, agli antiparassitari e ai diserbanti naturali, sostituiti da prodotti di sintesi, con un impatto su terra, aria ed acque sempre più devastante. I brevetti si moltiplicano e i denari pure. I semi vengono manipolati per resistere di più ai pesticidi, e non certo per produrre un frutto o un ortaggio più saporito o naturale.
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Anche la cenere, come i prodotti che abbiamo sopra elencato, segue il medesimo destino e la medesima rimozione non solo dal suo utilizzo ma anche dalla memoria di ciascuno …. In nome di Dio Detersivo.
Ma “… quando ci domanderanno cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere: Noi ricordiamo. Ecco dove alla lunga avremo vinto noi”.
Paolo Brunetti – Direttore Editoriale – Aprile 2023
Estratto dalla prefazione
In montagna il riscaldamento a legna è una assoluta normalità e necessità; è quindi normale avere a che fare con stufe e camini, tanto che nel 2015 ho aperto un gruppo Facebook dal nome inequivocabile “Amici della stufa a legna”. Un gruppo di amici che negli anni si è esteso a tantissime persone, tutte con la stessa passione e che è cresciuto notevolmente, tanto che oggi conta 150.000 iscritti al di fuori di qualsivoglia operazione commerciale.
Numero decisamente importante che dimostra l’interesse sempre crescente di coloro che sono interessati alla stufa a legna . E quindi, facendo un facile collegamento, non c’è stufa senza cenere e non c’è Liscivia o Ranno senza stufa! Quando Anna mi ha parlato del suo progetto legato al ranno, mi sono subito sentito coinvolto. Avere la possibilità di fare conoscere questa antica tecnica è una interessante possibilità per tante persone che si approcciano al mondo del fai da te naturale.
Carlo Lisi – Gestore del rifugio Madioce M.te Comero
Estratto dalla Premessa e dalla Introduzione dell’Autrice
La cenere è oggi erroneamente considerata un prodotto di scarto al pari di un rifiuto pericoloso. E come tale è trattata e regolamentata, ma è presente nelle nostre case da tempo immemorabile.
Nessuno più considera che si tratta di un prodotto naturale, estremamente versatile ancora presente in diversi ambiti. Purtroppo è inutilizzata e gettata via, ma opportunamente riconsiderata e trattata come risorsa sarebbe di fatto un prodotto multiuso ecologico ed economico.
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Riutilizzare il più possibile quanto offre la terra e non solo è una delle modalità del vivere la ruralità. Un oggetto od un manufatto in legno, in giunco, in stoffa, in pelle, in lana, in ferro ecc… era stato realizzato con fatica ed il suo riutilizzo era pressoché necessario ad evitare inutili dispersioni di energie: il riuso era una necessità prima che un’espressione etica in rispetto dell’ambiente.
…
Un tempo fare economia era un concetto radicato ed estremamente necessario per le popolazioni rurali, un’ovvietà che difficilmente veniva disattesa ed era esente da qualsiasi giustificazione. Si può dire per contro, che era il “non fare economia” e quindi lo sprecare, un concetto aborrito.
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Tutti operavano un certo grado di riutilizzo e di conversione di materie e manufatti, senza peraltro che questa abitudine fosse indice di mancanza di mezzi economici e tanto meno rimandasse psicologicamente al sentirsi poveri, stupidi o inadatti. Questo invece succede ora con l’avvento dei mass media: soppiantare un sistema sembrerebbe diventato un dovere.
Si trattava di un comportamento diciamo di pianificazione, l’essere parsimoniosi, che tra l’altro aveva un nome, economia domestica, anche se era estesa a tutte le attività. Pian piano però, la cultura del nuovo a tutti i costi, del progresso senza freni, ha soppiantato quella che, a mio modesto parere, potremmo definire saggezza ancestrale.
Anna Nasci – Autrice
Altre iniziative
Anna Nasci è una ricercatrice di cultura e tradizione rurale, per passione. Nata nella grande Milano, ma ha poi vissuto per 13 anni nella pianura bolognese.
Ha viaggiato lungo l’Italia rurale non da turista, ma per recuperare le radici, proprie e dei propri antenati, così da poterle trasmettere alle generazioni future.
Oggi mette a disposizione la propria esperienza sia di vita che formativa per il recupero per quanto possibile dei saperi tramandati e preziosi. Organizza incontri, presso chi la vuole ospitare, dove fa dimostrazioni sull’utilizzo della cenere e delle molteplici applicazioni nella economia domestica.
In corso di progettazione una “Rannottiera“, uno strumento per realizzare facilmente in casa il Ranno, antico composto di cenere adatto a molteplici utilizzi in casa.
Un breve riassunto di queste dimostrazioni lo trovi nel canale YouTube APPWebTv Appennino Cultura Locale Tosco Emiliana
Il primo dei filmati dimostrativi
Nel canale puoi vedere i filmati sull’uso della cenere: si spiega come preparare i composti per la pulizia e come utilizzarli su padelle, caffettiere, lavabi ed altro.
Questo che trovi qui sotto è il primo, una volta che sei nel canale puoi visualizzare tutti gli altri, come ti suggerisco di fare!
Un utilissimo libro per recuperare tradizioni, ma non solo sotto il profilo romantico, proprio nella praticità quotidiana.
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