Tornare in campagna non sempre è come sembra.
Chi lo desidera o chi lo sogna, è spesso investito da quelle immagini bucoliche e rilassanti che ci fanno immaginare paesaggi agresti, tramonti mozzafiato, vita serena. Per tanti versi è davvero tutto questo, chi ci vive lo sa bene.
Però è anche vero che non è tutto oro ciò che luccica. Ben ce lo racconta, con un piglio attento e dissacrante la scrittrice (e non solo) Arianna Porcelli Safonov nel suo divertente libro “Fottuta campagna“, pieno di ironia.
Una professionista che, estenuata dalla frenetica vita di città, decide di trasferirsi in un casale nell’Oltrepo Pavese.
Le sue esperienze vengono raccontate con ironia. La modifica delle abitudini, così diverse fra la città e la campagna, diventano spunto per irriverenti riflessioni su quanto, a volte, ci sbagliamo sulla mitizzazione della vita agreste.
Per chi è abituato ad una vita dove il “mondo civile” è sotto casa, si dimostra insopportabile l’isolamento, la lontananza dai negozi, dai servizi. Del vivere la realtà del piccolo paese.
Il contatto con gli abitanti del luogo crea situazioni esilaranti e a volte fa rimpiangere la frenetica routine cittadina.
Quanto è diversa la città dalla campagna.
Insomma un libro, anche per chi in campagna ci vive, che permette di sorridere su certi modi di fare e di essere di chi in campagna ci sta e ci sta bene.
I diversi racconti ci fanno comprendere quanto, le caratteristiche dei moderni cittadini, li (ci) rendono spesso inadeguati ai modi ed ai tempi della campagna, che invece ci richiede, prepotente, di dover mettere da parte quell’ansia frettolosa che il ritmo urbano ci fa risuonare dentro.
Il libro ci fa capire quanto sia importante, nel caso si decida di trasferirsi in una abitazione di campagna, di evitare di portarci appresso il fardello delle abitudini cittadine. Portandole con noi si rischia, come bene ci dimostra la scrittrice, troppo attrito, troppa distanza fra noi ed il mondo contadino.
Goditi la lettura di un brano del libro fatta dalla stessa autrice.
Dalla lettura del libro esce una importante riflessione: chi afferma di volere andare a vivere in campagna, ne è veramente all’altezza? Non sarà una moda?
Pensiamoci bene dunque, non andiamo a cercare l’Eden alla ricerca del biologico, del fatto in casa. La scelta di vivere in campagna non è un divertente ritorno alla natura, è una cosa seria.
Prendendo in giro chi si avvicina alla campagna solo per fuggire dalla città, la Safonov ci fa capire bene che lo si può fare soltanto se si è veramente capaci di affrontare questa nuova vita, con concretezza, con i piedi ben piantati “nella” terra.
Leggiamocelo quindi, questo libro. Ti servirà per capire se veramente potrai essere un contadino, un campagnolo o se invece è meglio per te rimanere in città.
Se hai letto il libro, raccontaci il tuo punto di vista. Saremo contenti di confrontarci con te su questo simpatico e ben scritto spunto di riflessione.