Sapere come si comportano ratti e topi è la migliore prevenzione.
Una casa di campagna, per sua natura, è inevitabilmente un ottimo rifugio e una fonte di cibo facile per i ratti. Sapendo che questi simpatici roditori faranno di tutto per conquistarla, vediamo insieme i sistemi migliori per tenerli lontani.
Non è semplice, e per eliminare i topi in casa devi conoscerne le diverse abitudini per poter ottenere i migliori risultati.
I topi nella cultura.
A vederla statisticamente, l’umanità ha avuto più occasione di confrontarsi con i topi che con qualsiasi altro animale. Le loro abitudini li hanno portati vicino all’uomo forse più dei cani e dei gatti, anche se per noi, in questo caso è una convivenza forzata.
La convivenza è stata, ed è, tale che la cultura ha prodotto molte espressioni legate al rapporto fra uomini e topi.
Nell’antico Egitto la dea Baset, non a caso con sembianze di gatto, proteggeva le derrate alimentari dai roditori. Nell’antica Roma venivano stipendiati con denaro pubblico dei cacciatori di topi per difendere i raccolti.
I fratelli Grimm narrano nel Pifferaio di Hamelin (il pifferaio magico), la storia di un suonatore che riesce ad allontanare, per opera di un piffero magico, i topi dalla città. Poi la morale è un’altra, ma questa è un’altra storia.
Esopo in una delle sue favole parla della differenza di abitudini fra topi di città e topi di campagna, storia di cui abbiamo già parlato.
Giorgio Gaber in un suo lungo monologo narra la storia di un uomo che si allontana da tutto e da tutti. Si ritira in campagna, posto giusto, per concentrarsi meglio sui propri problemi. La sua solitudine è però disturbata da un fantomatico topo che diventa elemento scatenante del suo ironico e profondo flusso di coscienza.
Riguardo Topolino, il famoso personaggio dei fumetti c’è poco da dire, lo conosci di sicuro.
Non ci dilunghiamo oltre, ma se vuoi, puoi trovare infiniti riferimenti alla continua lotta fra l’uomo e il topo, eterna ed intensa, tanto da diventare simbolica.
Vediamo come puoi operare in pratica.
Come riconoscere i ratti.
Per fare una buona prevenzione è necessario, per prima cosa, sapere bene contro chi stiamo lavorando. Saranno diverse le metodologie operative a seconda di quale tipologia di ratti andiamo ostacolando.
Sono tre le specie più diffuse in Italia. Sono roditori appartenenti alla famiglia dei Muridi ai quali ci si riferisce con il generico nome di “Topi”. Per essere più precisi, vengono definiti “Ratti” il ratto nero e il ratto bruno, mentre il “Mus musculus“, il topo di campagna, viene più propriamente definito “Topo“.
Il ratto nero (Rattus rattus).
Peso da adulto dai 145 ai 240 grammi. Lunghezza del corpo circa 18 cm. Lunghezza della coda dai 20 ai 25 cm. Il mantello è grigio-nero o grigio con il ventre bianco o giallo limone chiaro. La testa è affusolata, gli occhi e le orecchie sono grandi. Il raggio d’azione dalla tana va dai 50 ai 100 metri. Può avere fino a 6 cucciolate l’anno e per ognuna produce dai 5 ai 10 figli.
Viene anche chiamato “ratto dei tetti” perché predilige i sottotetti e le parti alte delle costruzioni. Si trova facilmente nelle zone rurali e nelle aziende zootecniche dove trova le derrate destinate agli allevamenti.
In natura si muove in pinete, boschi o giardini. Si sposta con abilità fra rami e vegetazione, dove si ciba di semi, piante e frutti.
Preferisce le ore notturne ma in caso di colonie numerose può diventare attivo di giorno o al crepuscolo.
Ha una elevata “neofobia“, cioè la paura di cose o situazioni nuove. Anche nei confronti del cibo. Può trascorrere anche molto tempo prima che inizi a consumare nuovi alimenti.
Una caratteristica di cui devi tenere conto nelle iniziative che metterai in atto per combatterli.
Un segnale che sicuramente i roditori lasciano come riconoscimento sono i loro escrementi. Si tratta di un ottimo sistema di riconoscimento.
Ratto bruno delle fogne (Rattus norvegicus).
Peso da adulto dai 275 ai 500 grammi. Lunghezza del corpo dai 15 ai 25 cm. Lunghezza della coda dai 6 ai 20 cm. Il mantello è bruno-rossiccio o grigio-bruno con sfumature rossastre. il ventre è grigio o fulvo. La testa è piuttosto tozza, gli occhi e le orecchie sono piccoli. Il raggio d’azione dalla tana va dai 50 ai 100 metri. Può avere fino a 6 cucciolate l’anno e per ognuna produce dai 7 agli 8 figli.
In un ambiente urbano sono soliti frequentare le discariche, le aree degradate, le sponde dei fiumi, parchi e giardini. In un ambito rurale predilige i fienili, i canali di irrigazione, i magazzini e le zone incolte. Sono i classici topi di fogna.
Le tubazioni sono il suo percorso migliore per penetrare nelle abitazioni, non è bravo a scalare ed arrampicarsi sulle pareti ma risale con estrema facilità nei tubi di scarico e nei discendenti delle grondaie.
Le sue colonie sono organizzate in complesse gerarchie con una attività prevalentemente notturna.
Si ciba delle cose più svariate: semi, insetti, frutti, derrate vegetali, piccoli vertebrati anche morti, derrate animali per alimentazione umana; insomma, si adatta facilmente ad ogni fonte di alimentazione disponibile, anche se, pure lui, ha una forte neofobia, la paura per tutto ciò che si presenta nuovo nel suo ambiente, compresi oggetti o nuovi ostacoli.
Topolino domestico (Mus musculus).
Peso da adulto dai 18 ai 28 grammi. Lunghezza del corpo dai 5 ai 10 cm. Lunghezza della coda dai 5 ai 10 cm. Il mantello è grigio uniforme. il ventre è grigio chiaro o fulvo. La testa è affusolata, gli occhi e le orecchie sono grandi. Il raggio d’azione dalla tana va dai 3 ai 10 metri. Può avere fino a 8 cucciolate l’anno e per ognuna produce dai 4 ai 16 figli.
Il classico topo di campagna. Meno pericoloso degli altri ma molto più diffuso. È una specie strettamente legata agli insediamenti umani. Possiede una straordinaria adattabilità sia per l’ambiente che per l’alimentazione. Preferisce le granaglie ma modifica la sua dieta a seconda di ciò che è disponibile, nutrendosi facilmente di tutto quello che è residuo dell’alimentazione umana. Si adatta facilmente ad ogni ambiente con una capacità straordinaria di muoversi attraverso le fessure più piccole come intercapedini, condutture elettriche e spazi attorno alle tubazioni.
Vive nelle zone agricole attorno alle coltivazioni e, nella stagione fredda, si avvicina facilmente agli edifici per sfruttare la vicinanza con l’uomo.
Si muove di notte, raramente di giorno. È un ottimo arrampicatore e sa muoversi con grande rapidità. Quando si sente minacciato tende ad immobilizzarsi nel proprio nascondiglio, tanto che in alcuni casi risulta facile trasportarlo dall’interno all’esterno se si è immobilizzato in un contenitore.
È molto curioso e tende a visitare nuovi oggetti che trova sul suo percorso o assaggiare senza paura nuovi alimenti.
Realizza il nido in ogni anfratto che assicuri isolamento termico e protezione, per far questo utilizza qualsiasi materiale che trova a disposizione, rosicchiando carta, plastica e tessuti.
In aperta campagna realizza invece i nidi in gallerie che scava nei terreni soffici, altrimenti utilizza tane già realizzate da altri roditori.
I possibili danni.
La presenza di roditori nelle case di campagna può provocare sia danni materiali che danni sanitari. Vediamo perché è utile tenere lontani i topi.
Danni materiali.
I ratti appartengono all’ordine dei Roditori, il nome già ci indica le loro caratteristiche. I loro denti crescono continuamente durante tutta la loro vita e sono in qualche modo costretti a “consumarli” utilizzandoli per rosicchiare tutto ciò che gli capita a tiro.
Plastica, carta, mobili, intonaco e quant’altro, sono obbiettivi vulnerabili per i loro denti. Ogni oggetto nella casa, nel magazzino, in cantina è un possibile elemento da rosicchiare.
Tenerli a bada è un dovere per poter mantenere efficiente l’abitazione e ciò che vi è contenuto.
Danni sanitari.
Sono molte le malattie che possono essere trasmesse all’uomo e agli animali domestici, sia di natura virale che batterica.
Le più importanti sono: la leptospirosi, la salmonellosi, numerose malattie virali e la peste, tristemente famosa in passato.
La trasmissione può avvenire in diverse forme.
Per via inalatoria: per inalazione di polveri contaminate da escrementi o urine.
Per via diretta: per ferite o morsi (caso molto raro).
Contatto diretto: per contatto con i roditori o con le loro feci o urine.
Attraverso l’acqua contaminata da urine o feci.
Per contatto con acqua o terreno contaminato da urine o feci, questo è il caso della leptospirosi.
Attraverso la puntura dei parassiti dei topi. Le pulci ad esempio sono il mezzo di trasmissione della Peste.
La prevenzione.
Per prevenire i danni, la cosa più importante è capire quale è la la specie con cui ti stai confrontando. Si tratta di un punto di partenza fondamentale per scegliere i metodi da intraprendere per un risultato efficace.
Puoi riconoscere “il nemico” attraverso l’avvistamento diretto oppure con una attenta osservazione dei segni e delle tracce lasciate, che possono essere: il tipo di tane, i nascondigli preferiti, grandezza delle rosure e degli escrementi, che ti ho mostrato sopra.
Evitare l’infestazione.
Una volta che una colonia si stabilisce all’interno di un qualche locale sarà più complicato allontanarli e si dovrà ricorrere a metodi di cattura o avvelenamento.
L’obiettivo dei topi è raggiungere rifugi sicuri e vicini a fonti di alimentazione. Rendere impenetrabili i locali da proteggere è il primo lavoro da fare.
Per far questo devi verificare e proteggere tutti i possibili pertugi e accessi.
I camini possono essere protetti con griglie metalliche. I portoni di legno vanno rinforzati alla base con pannelli di metallo a mo’ di battiscopa.
All’interno dei pozzetti di scarico vanno posizionate delle griglie metalliche per evitare che risalgano attraverso le tubature.
Lungo il perimetro di edifici puoi dipingere delle fasce con pitture a smalto, lisce in modo che non possano arrampicarsi lungo gli intonaci. Possono risultare anche un abbellimento come marcapiano.
Controllare lungo tutto il perimetro la presenza di crepe e fessure che devi stuccare con cemento o altro materiale non rosicchiabile.
Se sui muri degli edifici arrivano fili elettrici o telefonici, puoi posizionare su questi dei coni di protezione che bloccano questo possibile percorso di ingresso.
Taglia i rami di alberi che sono a contatto con i muri delle costruzioni.
Avere dei gatti che vivono stabilmente all’esterno e all’interno dell’abitazione è un ottimo deterrente. Importante, in questo caso, che gli utili mici siano abituati ad una vita un po’ rustica. Un bel gattone che trascorre la maggior parte del tempo sonnecchiando su una morbida cuccia ti sarà di poco aiuto! 🙂
Tutto questo dovrebbe impedire quasi totalmente la possibilità di ingresso nelle abitazioni o altri ambienti.
Gestione di alimenti e rifiuti.
Gli alimenti ad uso umano devono essere conservati in contenitori chiusi e non raggiungibili dai roditori.
Gli alimenti destinati agli animali domestici o di allevamento devono essere oggetto di attenzioni. Se sono conservati in sacchi devono essere posizionati su pedane di legno (pallet). Alimenta gli animali a orari regolari ed evita sversamenti attorno al luogo di stoccaggio. Se il cibo non viene completamente consumato, rimuovi attentamente i residui.
Utilizza contenitori a prova di roditore per i rifiuti e tieni sempre pulito attorno ad essi. Smaltisci quanto più frequentemente possibile i rifiuti prodotti evitando che producano odori che possono attirare i topi.
Tieni ben sfalciato il terreno attorno alla casa e agli edifici e ben puliti gli ambienti esterni. Se hai una compostiera rendila inaccessibile con reti metalliche con maglie più piccole di mezzo centimetro.
Nei magazzini, soffitte, cantine e simili, disponi i materiali in modo che siano ispezionabili da tutti i lati e sollevati dal pavimento. Non addossarli alle pareti ed evita di accatastare lungo le pareti materiali in disuso.
Sigilla crepe e fessure anche all’interno dei locali.
Se sono ormai all’interno.
Nel caso in cui i simpatici animaletti fossero già riusciti nel loro intento di conquistare i tuoi spazi, dovrai operare in modo più decisivo e celere. Ti preannuncio che la battaglia sarà lunga e laboriosa. Vediamo come catturarli ed eventualmente come eliminarli.
Gli strumenti che avrai a disposizione sono sostanzialmente due: trappole e rodenticidi, le cosiddette “esche avvelenate“.
Personalmente preferisco la cattura degli esemplari vivi per poi portarli lontano dalla casa. Ti descriverò comunque tutti i diversi metodi.
Le trappole.
Ne esistono di innumerevoli tipologie. Sono indicate soprattutto quando la presenza non è elevata, e funzionano bene con i topolini domestici. Ti permettono di verificare il successo della cattura e l’eliminazione o allontanamento del topo catturato. Come già ti dicevo, ti consiglio di utilizzare quelle che permettono di catturare il topo vivo, lo potrai trasportare lontano dalla casa con facilità e senza alcuna violenza verso i roditori, che sono comunque piccole vite da rispettare.
La classica.
Trovi ancora oggi in commercio la classica trappola per topi, quella composta da una tavoletta di legno e la molla a scatto. Con questa trappola il topo viene inevitabilmente ucciso. Ne esistono anche versioni in altri materiali, in plastica o in metallo.
Sono molto efficaci e particolarmente economiche. Semplici da utilizzare, è sufficiente posizionare l’esca alimentare e attendere il risultato.
Come esca alimentare puoi utilizzare il classico pezzetto di formaggio, che però non sembra essere molto efficace. Molto valide sono delle granaglie, tipo il mangime per i polli e tanti consigliano di utilizzare la Nutella… beh, non piace solo a noi umani!
Trappole meccaniche.
Sono dei contenitori realizzati in rete metallica, plastica o lamiera. Catturano il topo intrappolandolo senza ferirlo o ucciderlo. La loro efficacia è massima se posizionate in luoghi nascosti e protetti. Dietro oggetti, sotto scaffali, negli angoli, dove l’animale può ispezionarle sentendosi più sicuro.
Si tratta della tipologia che ti consigliavo. Una volta in trappola potrai portare il prigioniero lontano dalla tua casa.
Le esche da usare sono le stesse consigliate prima.
Trappole a colla.
Le riporto qui per solo dovere di cronaca. Sono efficaci ma decisamente cruente.
Si tratta di tavolette di diversi materiali, spalmate di colla dove il topo rimane appiccicato senza possibilità di scampo. Anche se è importante liberare la casa dagli indesiderati ospiti, trovo assolutamente crudele infliggere sofferenze inutili a questi animaletti.
I rodenticidi chimici.
Se i metodi visti in precedenza non hanno avuto successo, è purtroppo necessario passare a questo sistema che riesce a ridurre, spesso totalmente, il numero dei roditori presenti in casa.
Sono esche di facile utilizzo, sono già pronte per l’uso. Si presentano in diverse forme: blocchetti, granaglie o pasta. La scelta dipende dall’ambiente in cui andranno utilizzati.
I principi attivi rientrano nella categoria degli anticoagulanti, sostanze che inibiscono il naturale sistema di coagulazione del sangue causando emorragie interne e la conseguente morte dell’animale.
In precedenza venivano utilizzati veleni come l’arsenico o la scilla (Drimia maritima). Questi causavano una morte immediata dei soggetti e inducevano diffidenza da parte degli altri componenti della colonia. Un altro vantaggio degli anticoagulanti è la possibilità di utilizzare facilmente l’antidoto, la vitamina K, in caso di avvelenamenti accidentali da parte di umani o animali domestici.
Dobbiamo tenere presente che, anche se la percentuale di anticoagulanti presenti nelle esche è molto bassa, può risultare mortale, se non si interviene con l’antidoto, anche in mammiferi e persone se ingeriti in quantità elevata.
Proprio per questo motivo, l’utilizzo di queste esche deve essere attento e responsabile. Devono essere posizionate in modo che né persone né animali non bersaglio possano venirne in contatto. Esistono in commercio scatoline realizzate appositamente dove collocare all’interno l’esca, con un percorso interno raggiungibile solo dai ratti.
Le puoi comunque collocare in luoghi chiusi o inaccessibili, proteggendole con oggetti come tegole, posizionate in modo da formare un piccolo tunnel.
Per ulteriore sicurezza, le esche in commercio sono additivate con sostanze che ne rendono insopportabile il sapore per le persone e animali diversi dai topi.
Terminato il trattamento è d’obbligo rimuovere le esche rimaste, che dovranno essere smaltite secondo le corrette modalità, che puoi conoscere consultando il tuo Comune.
Quelle non utilizzate devi conservarle nella confezione originale, dove sono riportate sull’etichetta, tutte le indicazioni per un utilizzo in sicurezza. Le confezioni devono essere custodite in armadietti inaccessibili ai bambini, meglio ancora se con una chiusura a chiave o con lucchetto.
Mi riservo qui le ultime raccomandazioni.
Cerca di fare una buona prevenzione in modo che i diversi roditori siano dissuasi dall’avvicinarsi alle abitazioni ed ai locali.
Utilizza trappole che ti permettano di allontanare, senza ucciderli, i simpatici Muridi.
Se sei costretto ad utilizzare le esche avvelenate, quando l’invasione è importante, metti in atto tutte le attenzioni necessarie per escludere ogni possibile contatto con le esche da parte di bambini, animali domestici e altri animali che non sono obbiettivo dell’intervento.
Massima attenzione!
Aspettiamo i tuoi commenti e tue considerazioni. Saremo pronti a rispondere ad ogni tua domanda o dubbio.